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Si parla sempre più spesso di costi standard… ma cosa sono?

L’università d’Annunzio è al primo posto in una speciale classifica redatta dal Sole 24 ore e l’anno prossimo riceverà fino a 35 milioni in più. Un maxi finanziamento che fa schizzare i bilanci a +54% rispetto all’anno scorso.

Il Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) è la principale fonte di sostentamento degli atenei. La riforma Gelmini stabiliva che esso venisse ripartito anche secondo criteri “meritocratici” e  “aziendalistici”: efficienza, risparmio e conti in regola.

La “legge Gelmini” aveva già introdotto una ripartizione del FFO tra un quota premiale (determinata dalla qualità e dai risultati di didattica e ricerca) e una quota base (spesa storica)

Il ministero presieduto dalla Giannini ha deciso di seguire linee analoghe.

Infatti il governo Renzi ha recentemente decretato alcune modifiche importanti rimodulando la percentuale di quota premiale e frazionando ulteriormente la quota base, legandola ai costi standard. La percentuale basata sui costi standard salirà progressivamente fino al  2018, quando la totalità della quota base di FFO sarà determinata da tale parametro.

 Ma cos’è un costo standard?

Il costo standard è la quota che un ateneo paga per la formazione di un suo studente. È un criterio molto tecnico calcolato mediante diversi parametri come il numero degli studenti in corso (escludendo totalmente i fuori corso), le attività didattiche e dei servizi aggiuntivi, il costo medio del personale docente.

In sostanza più questi parametri sono virtuosi, più il costo standard per studente si abbassa e più soldi riceve l’università in questione. E a quanto pare siamo stati “virtuosi”… per il ministero.

Secondo i calcoli del Sole 24 ore potrebbero arrivare fino a 35 milioni in più. Va detto che la cifra sarà sicuramente inferiore dato che la somma sarà spalmata negli anni e inoltre, come previsto della legge di stabilità del 2014, ci sarà un ulteriore taglio progressivo del FFO.

Nonostante ciò l’università disporrà effettivamente di maggiore liquidità e ci auguriamo che l’impegno di questa amministrazione sarà rivolto al potenziamento di quelle strutture, agevolazioni e servizi che rientrano in quell’ormai scomodo concetto che si chiama “Diritto allo studio”.

Maximiliano Terminiello 

 

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