Anno accademico 2022: la prima settimana nell’Università D’Annunzio è iniziata con evidenti lacune nell’organizzazione dell’ateneo, tanto da lasciare disorientata gran parte della popolazione studentesca. Tra lezioni annullate all’ultimo minuto, aule studio mancanti e cartelli che vietano di sedersi in aula, ha preso forma grande punto interrogativo: cosa possiamo fare noi studenti in questi casi?

Le lezioni annullate senza preavviso

Inizio ottobre: la vista di gruppi di studenti ammassati di fronte al polo di Lettere stava ormai diventando abitudine.  Primi approcci a nuovi corsi e prime lezioni sono andati in fumo per ragioni di sicurezza e per mancanza di spazi con capienza adeguata. Continui spostamenti e la rassegnazione sono stati il pane quotidiano di molti studenti, che hanno dovuto adattarsi alle disposizioni imposte.

Gruppo di studenti della lezione di Sociologia annullata – Polo di Chieti

La capienza nelle aule

Determinati corsi di studio aventi esami corposi, richiedono la frequenza degli studenti. Tra i tanti episodi, cito il caso dei corsi di antropologia e storia contemporanea,  che quest’anno si è deciso di incorporare in un unico corso da frequentare in contemporanea sia dalle matricole che dal secondo anno. Uno studente, rappresentante dell’Associazione 360 Gradi, racconta:

L’aula magna di Lettere ha ospitato gli studenti nella loro prima lezione di antropologia, non contenendoli tutti: c’erano studenti seduti a terra dentro e fuori l’aula, sugli scalini, altri rimasti in piedi. Il Presidente del dipartimento è stato contattato per segnalargli la problematica, chiedendo la possibilità di far seguire la lezione anche da remoto. La richiesta non è stata accolta e nelle settimane seguenti la lezione è stata spostata in aule più grandi, lontane dalla zona umanistica”.

L’aula magna di Lettere durante la prima lezione di antropologia.

Una questione di sicurezza

Dalle scale sporche, ai piccioni morti. Arriviamo all’edificio dell’ex rettorato. Una sua aula è la protagonista di questa vicenda, accaduta la mattina del 14 Ottobre.

La rappresentante degli studenti:

“In precedenza avevamo visto passare gli addetti alla sicurezza nell’aula della lezione. Una mattina, alle 7:30, hanno messo dei cartelli sui posti in fondo che vietavano agli studenti di sedersi; ho chiesto chiarimenti e mi hanno risposto che l’edificio ha diversi difetti strutturali e ha una capienza del 70%, differentemente dagli altri spazi del Campus. In aula siamo tutti accalcati. Qualche posto dietro rimane comunque occupato durante le lezioni, perché siamo molti a seguire questa lezione e i posti dietro servono. Non ci hanno cambiato aula né controllano il rispetto delle norme. Ognuno si arrangia come può.”

Cartelli con il divieto di sedersi nell’aula dell’ex rettorato.

Il mistero dei bagni e delle aule senza finestre

Molti studenti lamentano di non avere accesso ai bagni e soprattutto ai beni di prima necessità. Carta igienica e sapone sembrano scomparsi nel nulla e non è insolito vedere chi va alla loro ricerca, inutilmente. Alcuni bagni sono addirittura rotti e questo costringe a scomodi spostamenti.  A questo “confort” si aggiunge il disagio legato alle aule senza finestre, con un sistema di ventilazione tutto dire: l’aula Pallino (Polo di Lettere e filosofia), l’aula Cesid, le aule a-b-c dell’ex rettorato, l’aula Tirinnanzi, le aule di geologia. Per chi ha la sfortuna di dover seguire almeno due ore di lezione al loro interno significa ritrovarsi fastidi fisiologici di vario tipo, forti emicranie, scomodi sbalzi di temperatura e tanto altro. Insomma, i disagi sembrano non finire, e se dovessi parlarvi ora del servizio mensa, del servizio bibliotecario di Ateneo, degli spazi studio insufficienti, dell’ex Ciapi, del Polo di Pescara non basterebbe un romanzo…

Bisogna arrivare a protestare per ricevere dei servizi dall’Ateneo? Prima vogliono il rientro in presenza degli studenti a tutti i costi, ora che siamo qui niente rende piacevole il “vivere” gli spazi universitari. É necessario guardarsi intorno e avere una maggiore attenzione verso gli spazi universitari e il benessere dello studente. Non lasciamo che questi casi rimangano isolati alle sole “voci di corridoio”Parliamone il più possibile tra di noi e con chi di dovere, fra cui i nostri Rappresentanti, per contribuire a trasformare i nostri problemi in soluzioni concrete.

 

 

 

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