Il prof Saggini vince il ricorso al Tar; per lui nessun provvedimento disciplinare, può tornare ad insegnare; la d’Annunzio condannata al risarcimento

Doveva essere un gioco da ragazzi, così è stato.
“Come volevasi dimostrare”, il ricorso al Tar da parte del prof  “assenteista” ha ottenuto il risultato da lui sperato (ed agevolato dal Rettore Caputi). Raoul Saggini, almeno fino alla prossima udienza in data 20 marzo 2020, non subirà alcun procedimento disciplinare e potrà ritornare ad insegnare (ovviamente nei limiti dei suoi impegni extra-accademici).

La vicenda: dalla “lettera-denuncia” anonima di 29 studenti fino al provvedimento disciplinare intrapreso dall’ateneo

La vicenda del prof “assenteista” Raoul Saggini inizia con una “lettera- denuncia” anonima di 29 studenti di Fisioterapia del 18 gennaio scorso. La lettera, arrivata sul tavolo del Rettore, parla di mancata presenza in aula per anni del professore e dell’avallo alla presenza in dipartimento di una docente «teoricamente priva di incarico e cattedra nel nostro ateneo che continua a frequentare i locali del Cumfer – il Centro universitario di medicina fisica e riabilitativa che si trova al Ciapi – a visitare pazienti, imporre decisioni sul tirocinio, con una pericolosa forma di stravolgimento dei ruoli nel corso di laurea e degli attori che ne fanno parte, compresi noi studenti». Poi, il 17 giugno è il momento della sanzione da parte del Collegio di Disciplina. Sanzione che sembra impantarsi agli inizi di luglio quando una delibera del Senato Accademico cambia il racconto della vicenda.

“Come volevasi dimostrare”

La delibera del Senato dello scorso luglio, con cui si dichiaravano illegittimi i “fogli presenza”, aveva cambiato le carte in tavola tanto da ipotizzare nuovi sviluppi della vicenda. Sviluppi che avrebbero preso una strada diversa rispetto “al pugno di ferro” della d’Annunzio pronta ad intraprendere un provvedimento disciplinare nei confronti del prof.
Non solo, perché nella stessa seduta del Senato veniva rinviato un altro punto all’ordine del giorno: la sostituzione del prof sotto processo, Raoul Saggini, con un docente già attivo nell’ateneo.
Il perché di quella delibera vivamente voluta dal Rettore (entrata nei punti all’ordine del giorno la sera prima che il Senato si riunisse) non rappresentava quindi un azzardo di supposizioni e trovava probabilmente risoluzione in un artificioso quieto vivere.

L’ordinanza del Tar convalida il ricorso di Saggini: sospeso il procedimento disciplinare

« Il Tribunale Amministrativo Regionale per l’Abruzzo sezione staccata di Pescara (Sezione Prima), accoglie la domanda di sospensione dell’esecuzione del provvedimento impugnato con il ricorso in epigrafe indicato.»

Ordinanza del Tar N. 00249/2019 REG.RIC.

Eliminati i “fogli presenza” dichiarati illegittimi, resta esclusivamente la denuncia presentata in forma anonima dai 29 studenti. Invero, come afferma l’ordinanza del Tar: «il ricorso appare provvisto di sufficiente fumus boni iuris, con riferimento al motivo con cui si deduce l’illegittimità della contestazione di addebito disciplinare in quanto non formulata in maniera autonoma dall’amministrazione enucleando condotte specificatamente e temporalmente circostanziate in riferimento alle norme violate, bensì con mera riproduzione della “lettera-segnalazione” pervenuta da 29 studenti del corso di Laurea in Fisioterapia e mera menzione delle norme ritenute violate» .
Un “vizio” che, secondo il Tribunale, ha inficiato l’intero procedimento per cui va accolta la domanda di sospensione dell’esecuzione.

La d’Annunzio condannata al risarcimento delle spese legali; ma cosa accadrà ai 29 studenti?

«Condanna l’amministrazione intimata al pagamento in favore del ricorrente delle spese della presente fase cautelare, che liquida in complessive € 1000,00 (mille/00).»

Ordinanza del Tar N. 00249/2019 REG.RIC.

Si potrebbe dire “oltre il danno, anche la beffa”. Ma non è il caso, specialmente quando danno e beffa erano già previsti da quella delibera del Senato accademico. La d’Annunzio viene condannata al risarcimento delle spese legali nei confronti del ricorrente Saggini che, come se non fosse successo nulla, potrà ritornare serenamente in ateneo.

Ma cosa accadrà ai 29 studenti?
Ovviamente nulla, si spera, in termini legali. La “lettera- denuncia” resta, al momento, una carta inutile che ha portato 29 studenti della d’Annunzio ad esporsi con il rischio, non banale, di “ritorsioni” sul piano accademico.
Il dubbio però resta: perché l’amministrazione non ha perseverato la strada del provvedimento disciplinare in modo da non rendere vano il tentativo di denuncia dei 29 studenti di Fisioterapia?

Redazione Romboweb Giornale studentesco universitario
Claudio Tucci

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