Cosa rimane nel dibattito pubblico e quali sono le dichiarazioni dei coinvolti dopo gli avvenimenti del 25 Ottobre.

Scontri nel cortile della Sapienza. Foto presa dal Web.

Di quanto accaduto nella giornata del 25 Ottobre, all’Università La Sapienza di Roma, se ne è parlato  ovunque. Dagli scontri con la polizia, fino all’occupazione della sede di Scienze Politiche. Questo articolo, difatti, non intende essere una cronaca delle vicende, ma un focus sul senso del dibattito pubblico e politico.

 

Un riassunto di ciò che è accaduto.

Il 25 Ottobre 2022, il collettivo studentesco Azione Universitaria ha organizzato, presso la sede della Facoltà di Scienze Politiche, un incontro con Daniele Capezzone e il deputato FdI Fabio Roscani. “Il Capitalismo – Il profilo nascosto del sistema”, questo il nome del convegno. L’organizzazione non ha però considerato di integrare una controparte di pensiero opposto a quello degli ospiti, andando così a creare del disagio, specialmente tra le fila militanti dei collettivi di sinistra.

Ciò dunque riflette una serie di malcontenti più profondi e ben più radicati, come descritto da parte del comunicato social del Collettivo Scienze Politiche Sapienza:

È il momento di costruire insieme un modello alternativo di università, che consideri le student3 come qualcosa di più dei loro numeri di matricola e del loro futuro profitto sul mondo del lavoro. Ancora una volta il merito viene associato all’istruzione, ribadendo come questa società, e il governo attuale nello specifico, non la considerino come un diritto di tutt3 ma un privilegio per poch3.

Poco dopo l’inizio del convegno, nel cortile della Facoltà, le varie formazioni studentesche hanno fatto sentire la propria voce, esponendo anche dei manifesti espliciti. Da qui in poi la tensione è aumentata fino al punto di uno scontro tra studenti e polizia, presente in Ateneo in tenuta anti-sommossa per presidiare l’evento.

Nell’arco di due giorni l’Università La Sapienza è diventata teatro di scontri fisici e politici: infatti, nella data del 27 Ottobre, i vari collettivi protagonisti dell’attività di dissenso (Collettivo Scienze Politiche Sapienza, OSA, CambiareRotta, FGC) hanno indetto un sit-in; non solo per condannare l’aggressione delle Forze Armate, ma anche per chiedere le dimissioni della Rettrice Antonella Polimeni. Ciò soprattutto alla luce del comunicato, arrivato solamente il giorno seguente agli scontri attraverso una mail istituzionale, nel quale la Rettrice parlava di rispetto per la libertà d’opinione e passava la responsabilità dell’intervento della polizia unicamente alla Questura. Da qui si è vista un’escalation che ha portato alla decisione di occupare.

Le dichiarazioni dei vari collettivi.

Tra la giornata del 26 e quella del 27 Ottobre, sono arrivate le chiarificazioni del collettivo Azione Universitaria, citando la libertà d’espressione e condannando la scelta di protestare dei loro colleghi universitari.

Qui sotto riportato, un estratto del comunicato ufficiale del gruppo studentesco:

I nostri ragazzi hanno organizzato questo convegno, autorizzato dall’Ateneo, che dibatte in maniera critica sul tema del capitalismo. Se c’è chi non la pensa come noi viene in Aula e fa domande contribuendo ad arricchire il discorso. Non organizza sit-in con foto segnaletiche dei relatori tentando di impedirne l’accesso in facoltà.

Nella giornata del 25 Ottobre invece, queste sono state le dichiarazioni, riportate dall’ANSA, della Rettrice Polimeni:

L’Università deve essere un luogo in cui si studia, si cresce, in cui bisogna incontrarsi e confrontarsi, ma non scontrarsi fisicamente.

Condanniamo ogni forma di violenza e garantiamo, ad ogni individuo che agisca secondo i Principi costituzionali, il diritto a manifestare liberamente le proprie opinioni nel rispetto della pluralità delle idee.

Gli avvenimenti sono drammatici. Se è vero che l’Università deve essere un posto dove vige il rispetto della pluralità delle idee, per uno studente è legittimo chiedersi il perché allora le istanze non siano state accolte fin da subito e si è proseguiti su una chiara presa di posizione, come nel caso degli auguri alla neo-eletta Presidente del Consiglio Giorgia Meloni da parte della Rettrice Polimeni o, ancora prima, in data 14 Ottobre, per il convegno con ospite Simone Pillon anch’esso privo di contraddittorio.

Ciò accade in un’università che impone la neutralità, ritenendo necessaria una controparte quando si parla di temi come Kurdistan e Palestina, ma che allo stesso tempo ha come rettrice Antonella Polimeni che, pochi giorni fa in occasione dell’insediamento del nuovo governo, ha deciso di fare pubblicamente gli auguri a Giorgia Meloni.
Perchè quando l3 student3 creano spazi fisici e di discussione connotati politicamente e non neutri la neutralità diventa fondamentale, ma quando sono fascisti, antiabortisti, capitalisti, atlantisti e razzisti a parlare non è lo stesso?

Questo è un altro estratto di un comunicato dalla pagina Instagram del Collettivo Scienze Politiche Sapienza, scritto nella giornata precedente a quello delle contestazioni. 

Il futuro delle proteste.

L’agitazione è nata da un sentimento comune dei collettivi di riguadagnare una voce in capitolo sulla loro partecipazione alle attività politiche e formative dell’ateneo; gli universitari e/o militanti hanno annunciato la fine dell’occupazione ma non rinunciato all’intenzione di portare avanti le proteste, volendo legarle ai sentimenti e alle problematicità fortemente affini a questa generazione, ma universali, come l’ambiente e i diritti civili.

Quindi forse vi è la necessità di fermarsi e riflettere. Non ridurre le vicende a uno scontro tra fazioni distanti dalla quotidianità dell’individuo.  L’esigenza di osservare il vero e proprio grande insieme di eventi concatenati, che portano interrogativi e alle volte, tensioni.

 

Luca Macerata

 

 

 

 

 

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