L’Abruzzo non ha partecipato ai bandi. Sono stati persi 11 milioni di euro per le residenze universitarie e dal 1994 Chieti aspetta ancora l’inaugurazione della propria “Casa dello studente” (foto inedite)

Casa dello studente

Di residenzialità universitaria e di nuovi modelli abitativi si è parlato nel convegno tenutosi lo scorso giovedì, 10 dicembre, a Chieti, in occasione della “Notte Bianca per il diritto allo studio”, promossa dall’Adsu. A qualche studente era sembrata una festa organizzata al campus ma, alla luce dei dati presentati in quella sede, da festeggiare sembra esserci ben poco.

 Secondo l’ultima ricerca di Eurostudent su “Le condizioni di vita e di studio degli studenti universitari, 2011-2015”, in Italia il numero degli studenti fuori sede rappresenta il 28% del totale, circa 400 mila studenti, ma appena l’1,7% degli studenti italiani risiede in una residenza studentesca (circa 25 mila studenti), a fronte di percentuali europee che si attestano intorno al 25 % in almeno un terzo dei paesi Ue. Una situazione nazionale desolante che, pensate un po’, è persino il frutto di un recente miglioramento. È infatti nel 2000 che il Governo dota per la prima volta il nostro paese di una normativa espressamente dedicata alla regolamentazione e al cofinanziamento degli interventi di edilizia residenziale studentesca. La legge 338/2000 prevedeva l’accesso ad un cofinanziamento statale del 50% per progetti di costruzione, riqualificazione e messa a norma di strutture adibite a residenze universitarie. I progetti potevano essere presentati dalle regioni, dagli organi per il Diritto allo studio regionali e dalle università statali. Da allora, grazie a tre bandi e ad una pianificazione triennale, sono stati erogati un totale di 850 milioni di euro e verranno raggiunti 30 mila nuovi posti alloggio nel giro dei prossimi anni. Un risultato che è per lo meno un buon inizio. Tuttavia qualcosa deve essere andato storto in Abruzzo. La classe politica e l’amministrazione delle sue tre sedi universitarie hanno avuto una relazione per lo meno difficile con questi bandi:

All’interno del bando I, risalente al 2001, a fronte dei 285 milioni di euro messi a disposizione a livello nazionale, con una quota riservata per la sola regione Abruzzo di circa 6 milioni e mezzo, l’unica richiesta pervenuta è arrivata dall’Adsu de L’Aquila, per un progetto di appena 250 mila euro.

Nel bando II del 2007 erano 285 i milioni di euro cofinanziati per tutto il territorio nazionale, di cui 5 milioni e mezzo di euro per il solo Abruzzo. Progetti presentati dai nostri enti? Zero.

Nel bando III del 2011 a fronte di 287 milioni di euro stanziati, con una quota di 1,5 milioni per l’Abruzzo i progetti presentati sono stati due: la futura residenza universitaria da 65 posti di via Benedetto Croce a Pescara, richiesta ammessa e con i lavori in fase di ultimazione, e la ristrutturazione di un edificio a Chieti, richiesta però respinta perché non presentata correttamente.

Così, facendo un conto alla buona, in questi 15 anni l’Abruzzo ha perso delle grandi possibilità e qualcosa come 11 milioni di euro. Questo tenendo conto dei soli fondi destinati per decreto alle regioni (30%) in base al numero di studenti fuori sede e dei posti letto disponibili, cioè trascurando il restante 70% dei fondi assegnati in base alla graduatoria nazionale, dove se si fossero presentati più progetti validi si sarebbero riusciti a captare più fondi. Purtroppo quei soldi sono stati già ridistribuiti su tutto il territorio nazionale e sono andati persi per sempre.

All’impossibilità della classe politica di dialogare con lo Stato centrale, si aggiunge l’imbarazzo per il destino incerto di altri progetti locali. Parliamo delle due strutture, all’interno del comune di Chieti, costruite e pensate come residenze universitarie:

– La prima è il grosso studentato del Villaggio del Mediterraneo, costruito in occasione degli omonimi Giochi del 2009 grazie ad un cospicuo intervento pubblico: una struttura nuova e funzionale da 300 posti alloggio, che però al momento è ferma per via dell’incompatibilità dell’attività privata del gestore, la Campus X Srl, con i regolamenti regionali che ne prevedono una destinazione pubblica. Il risultato è che al suo interno sono ospitati solo 40 ragazzi, lì presenti grazie ad una borsa di studio Inps e 260 stanze vuote, quando si potrebbe trovare un accordo per darla in gestione ad una Onlus.

Villaggio Mediterraneo

– L’altra struttura è la “Casa dello Studente” situata su via Gran Sasso, a circa 500 metri dal terminal dei bus: ha l’impianto elettrico e gli infissi pronti, secondo alcuni è persino ammobiliata e pronta ad ospitare un totale di circa 100 studenti. Ma è vuota e lasciata a se stessa per via di decennali vicende giudiziarie e autorizzazioni insufficienti. Il progetto iniziale risale addirittura al 1994.

Casa dello stuente 2

Casa dello studente 3

Il risultato è che l’Abruzzo non dispone tuttora di residenze studentesche e le responsabilità politiche sono di una certa entità. Nella prossima primavera verrà emanato il IV bando di cofinanziamento della 338/2000. Nel suddetto convegno è stata espressa la volontà di «non lasciarsi sfuggire altre occasioni», così come dichiarato dall’Assessore Regionale Marinella Sclocco, dal magnifico rettore Carmine D’Ilio, dal sindaco di Chieti Umberto di Primio e dal Presidente dell’Azienda Dsu di Chieti-Pescara, Tonio di Battista. Tutti hanno assunto un «impegno pubblico forte» per fornire anche al nostro territorio una “casa dello studente” e il progetto pare coinvolgere la ristrutturazione di alcune vecchie caserme di Chieti alta, che forniranno 8000 mq di spazi abitativi. L’impegno sembra esserci, ma dovrà essere davvero consistente se si vorrà dimenticare un tale sperpero di risorse e di occasioni.

Maximiliano Terminiello

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