Si avvicinano le elezioni europee del 26 Maggio ma il voto, per studenti e lavoratori fuori sede, rimane un miraggio.

Elezioni Europee 2019 – L’ennesimo voto negato

Non è possibile votare in un comune diverso da quello di residenza. Il voto per gli studenti fuori sede, come per una gran parte dei lavoratori, rimane un diritto negato.

Promesse elettorali e leggi monche

Nonostante sia una problematica che si ripresenta ad ogni votazione, nessuno trova una soluzione, a meno che non sia campagna elettorale.
In un paese in cui si va sempre meno a votare, è incredibile come a nessuno interessi che una buona parte dell’elettorato non possa esercitare un diritto sancito dalla Costituzione.
Era lo scorso Ottobre quando la Camera approvava una proposta di legge, firmata dalla pentastellata Dalila Nesci, presentata in pompa magna come risolutiva della problematica.
Peccato che il ddl 859, bloccato al Senato da Gennaio 2019, prevede il diritto di voto a distanza soltanto per i referendum.
Infatti per le europee sarebbe prevista soltanto la possibilità di votare in un seggio diverso dal proprio, ma che si trovi all’interno della propria circoscrizione elettorale.

Perchè una legge a metà

Come spiega IOVOTOFUORISEDE: “[…] un provvedimento che in sostanza non cambierebbe nulla per la maggioranza delle persone che normalmente si trovano a vivere fuori dalla propria circoscrizione elettorale di pertinenza.”
Un controsenso portato all’attenzione dei redattori del testo di legge che però, evidentemente, non hanno capito il senso di presentare un ddl che affronti questo problema.
Senza contare che nessuna menzione è fatta per ciò che concerne un eventuale voto alle elezioni politiche.
Quindi di qualsiasi elezione si tratti, non tutti i voti hanno la stessa importanza; di sicuro, quelli di lavoratori e studenti fuori sede, non vengono considerati importanti quanto gli altri.

Viaggiare per votare o “Vote tax”

Art. 3 Costituzione Italiana

[…] E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Per “fortuna”, come per ogni votazione, non mancano gli sconti e le agevolazioni per chi può tornare “in patria”, quasi come se “in patria” non foste già.
E il problema è risolto come in ogni buona democrazia, laddove spetterebbe allo Stato permettere che tutti accedano al voto, l’unica vera soluzione è metter mano al portafoglio.
E una volta espresso il voto pronti per il rientro, che deve essere subitaneo, poiché Lunedì 27 non vi è nessuna sospensione delle attività didattiche e il dovere vi attende.
Quindi preparatevi, fate le valigie, e pronti a pagare una tassa nascosta, quella di voto, utile per esprimere un diritto e dovere tra i più basilari della nostra democrazia.

Nicola Salvia
Romboweb Abruzzo Giornale Universitario

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