societa

Quanto la nostra volontà è veramente nostra?

Cos’è  l’individuo? Un essere unico e irripetibile, risponderebbero in molti. Ma cosa significa, esattamente? Di fatto noi stabiliamo il nostro essere unici e irripetibili nel momento in cui ci rapportiamo con l’altro (inteso come persona) o con gli altri (società). Qui sorge dunque l’inquietante paradosso:

“Poiché «essere un individuo» viene normalmente tradotto come «essere diverso dagli altri», e poiché è a ‘me’, al mio io, che si rivolgono l’invito e l’aspettativa a emergere e a distinguersi dagli altri, il compito appare intrinsecamente autoreferenziale.” 

Così il sociologo Zygmunt Bauman nel saggio Vita liquida mette in luce il carattere più atroce dell’individualità: l‘autoreferenzialità. Noi siamo individui perché ci convinciamo di esserlo, perché, inconsciamente, ripudiamo l’idea di poter somigliare agli altri: l’essere collettivizzati ci spaventa, ci fa sentire piccoli, poco importanti.
Come possiamo, dunque, parlare di libertà individuale se siamo individui solo dal momento in cui viviamo in società? Scelte, volontà, emozioni, siamo solo il prodotto di valori socialmente stabiliti? Se infatti ammettessimo, anche solo per ipotesi, che la nostra individualità non sia altro che un espediente per sfuggire dal sentirci socialmente determinati e collettivizzati, svanirebbe l’umana speranza di crederci diversi, unici, e quindi di poter fare qualcosa di grande. 
Il dibattito sull’individualità coinvolge oggi ogni tipo di disciplina umanistica e scientifica. Le neuroscienze ci potrebbero, con ferme ragioni, convincere del principio d’individualità, ma dall’altro lato, con ragioni altrettanto ferme, le scienze umane ci dimostrano che nessuno è totalmente unico. Cosa siamo, dunque? Individualità contro determinismo sociale. Ammettere che la condizione umana sia socialmente determinata vorrebbe dire deresponsabilizzare l’uomo da ogni sua azione e giustificare persino le peggiori atrocità. Ma ciò non è pensabile, così come non possiamo ritenere che l’uomo sia assoluta individualità. Il problema è tutto qui, nella ferma impossibilità di definire la condizione umana: è possibile parlare di libero arbitrio e contemporaneamente considerare ciò che ci circonda (l’educazione, la cultura, il contesto sociale, le condizioni economiche ecc…) come determinante la nostra vita?
Oggi questa contrapposizione è il fulcro dei maggiori dibattiti sulla natura del comportamento umano e sulla morale e, probabilmente, lo sarà ancora per molto tempo.

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