In Italia: ennesimo passo indietro per i diritti.

Lo scorso 26 luglio è stata approvata alla Camera la proposta di Fratelli d’Italia che, di fatto, renderebbe la gestazione per altri (GPA) un “reato universale”. Il decreto sarà in seguito oggetto di voto in Senato e, se confermato, andrà a modificare un articolo pre-esistente della legge 40 del 2004.

Nella legge già esistente la gestazione per altri era vietata in Italia, con sanzioni come la reclusione da 3 mesi a 2 anni e una multa da 600.000 a 1 milione di euro per i trasgressori. Quindi cosa cambierebbe con questa nuova legge? La legge rende punibile chi si reca in paesi in cui tale prestazione è legale e riconosciuta per avvalersi di questo diritto.

Gestazione per altri, approvata alla Camera la proposta di reato universale del centrodestra

Maternità surrogata o utero in affitto: le definizioni distorte.

I pareri di coloro che cercano di stroncare questa idea di famiglia sono sempre stati piuttosto netti, tant’è che ai più la gestazione per altri non è nota come tale ma con distorsioni come “maternità surrogata” o “utero in affitto”.  Queste espressioni, usate in senso alquanto dispregiativo, si riferiscono alla pratica come ad una mera mercificazione del corpo della donna.

Viceversa, è alquanto chiaro che la GPA consiste in una forma di procreazione medicalmente assistita, in cui una coppia o un singolo che desiderano avere un figlio e non possono, si rivolgono ad un’altra donna e adottano il bambino o la bambina dopo la nascita. Il tutto è, ovviamente, preconcordato e regolamentato tra tutte le parti coinvolte.

Limiti e paradossi di un governo che nega sempre più i diritti

In diversi paesi in cui la GPA è legale, la prestazione è gratuita e accuratamente normata da leggi a tutela del nascituro. Nel nostro Paese, invece, si fa sempre più forte l’impressione che, dietro questo inasprimento del divieto di praticare la GPA, vi sia un intento anzitutto culturale. Il sospetto, cioè, è che, attraverso provvedimenti di questo tipo, la Maggioranza di Governo voglia imporre alla coscienza collettiva un ideale di famiglia univoco: quello della famiglia “tradizionale”, con genitori di due sessi differenti e figli nati dal naturale concepimento. 

Quello della GPA è un tema etico che, anche tra i banchi dell’Opposizione, vede sensibilità diverse, con diversi parlamentari che hanno abbandonato l’aula al momento del voto su questa legge, facilitando, di fatto, la Maggioranza. Ciò nondimeno, non ci si può non chiedere in che modo l’ampliamento dei diritti di adozione di alcune famiglie danneggerebbe o limiterebbe le famiglie cosiddette “tradizionali”. Una domanda, questa, che il Parlamento non sembra porsi affatto. 

È una vera e propria lotta ai diritti e al progresso. Laddove scienza e società propongono soluzioni e possibilità nuove e più ampie (possibilità, non obblighi), il Governo, piuttosto che tutelare tutte le opzioni come da suo dovere costituzionale, impone a tutti una sola ed unica scelta. Si lasciano così tutte le altre famiglie “non riconosciute” in un baratro di burocrazia e mancanza di tutele varie per i propri figli.

L’Italia oggi e domani: un paese ingabbiato.

La discussione parlamentare sulla GPA segna un altro passaggio pericoloso per la nostra storia democratica. Un episodio simile si è verificato qualche mese prima, quando è stato deciso di vietare la trascrizione dei figli di coppie omogenitoriali. Adesso, invece, accade in forma ancor più estesa con chi, per condizioni di salute, si vede negare la possibilità di creare una famiglia. Data la compattezza della maggioranza sul tema, è quasi certo che la proposta diventerà legge a tutti gli effetti, segnando un’altra pagina di limitazione dei diritti per chi abita il nostro Paese.

Sorge spontanea una domanda: possiamo fare qualcosa? Si può firmare l’appello al Parlamento dell’ Associazione Luca Coscioni. In un paese che tutela sempre meno e punisce sempre di più, relegando colpe a persone il cui reato riconosciuto è quello di voler essere felici, prendere posizione su questi temi è un dovere civico.

L’appello dell’Associazione Luca Coscioni:

È giunto il momento che il Parlamento emani una legge sulla Gravidanza per altri solidale. Riteniamo che occorra intervenire per superare un divieto che non protegge, ma espone, all’abuso. Contro ogni forma di abuso e per chi oggi a causa dei divieti in vigore non è libero di autodeterminarsi, per i nati all’estero non riconosciuti in Italia, per la gestione dei problemi reali contro arbitrari proibizionismi, chiediamo ai nostri rappresentanti politici di rispettare, proteggere e garantire i diritti di tutti i soggetti coinvolti in un percorso di fecondazione medicalmente assistita con gravidanza per altri solidale.

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