Il corteo del Roma Pride, polemiche e campagna. E se te lo sei perso non temere: in arrivo l’Abruzzo Pride.

Roma Pride

Il Roma Pride si è svolto il 10 giugno in piazza della Repubblica, alle 15:00.
35 i carri che hanno sfilato seguendo il percorso autorizzato per la Capitale: da piazza Venezia, Colosseo, Fori Imperiali, fino a piazza della Madonna di Loreto.
L’evento Queeresistenza si è poi concluso con il concerto “Rockme Pride“.

Una marea colorata

Lo stigma della marcia del Pride come “carnevale” si può superare soltanto presenziandovi. Lo status dei presenti alla marcia non ha confini: presenti giovani, anziani, bambini, famiglie lgbt e famiglie etero; look esuberanti, parrucche, bandiere arcobaleno ovunque… così come persone vestite in modo perfettamente “normale”. Il Pride accoglie tutti. E’ uno spazio comune in cui ognuno può sentirsi libero dai pregiudizi e dalle pressioni sociali del termine “normale”.

Il patrocinio speciale dell’ignavia!

Una delle polemiche del Pride 2023 è stata la revoca del patrocinio da parte della Regione Lazio da parte del neo governatore della Regione Lazio Francesco Rocca.

In un primo momento concesso, poi revocato a causa delle proteste dall’associazione antiabortista Pro Vita & Famiglia; il Presidente della Regione chiede delle scuse e l’eliminazione dal documento politico della parte relativa alla famiglia e all’utero in affitto.

Presidente Regione Lazio Francesco Rocca:

“La decisione si è resa necessaria e inevitabile a seguito delle affermazioni, dei toni e dei propositi contenuti nel manifesto dell’evento intitolato Queeresistenza“, racconta Rocca. “La firma istituzionale della Regione Lazio non può, né potrà mai, essere utilizzata a sostegno di manifestazioni volte a promuovere comportamenti illegali, con specifico riferimento alla pratica del cosiddetto utero in affitto”.

Secca la risposta di Mario Colamarino, portavoce della manifestazione:

Non chiederemo scusa… perché non abbiamo manipolato nulla e hanno capito tardi cosa sia un Pride, e adesso dopo essere stati contestati dai Pro Vita, hanno ritirato il patrocinio. […] Con la generosità che ci contraddistingue concediamo il patrocinio speciale del Roma Pride, creato apposta per il Governatore. Quello dell’ignavia.”

L’inno e lo slogan

Le madrine di quest’anno sono state Paola e Chiara che si sono esibite sul palco del Rockme Pride insieme ad altri artisti, con la loro hit “Furore“, scelto come inno.

QueeResistenza” lo slogan. “E’ l’insieme di due anime della nostra comunità in questo momento”, ha spiegato Colamarino, il portavoce del Roma Pride: “da un lato la resistenza verso questo governo; dall’altro lato quello del diritto di esistere“.

La Campagna:

“Un grido di resistenza, un grido di esistenza. Nel primo anno del Governo Meloni, la comunità Queer ha subito molteplici attacchi. Dall’eliminazione dai registri degli istituti scolastici dei nomi delle persone transgender alla cancellazione dai registri comunali delle figlie e dei figli delle coppie omogenitoriali. Questi e non solo. Noi non abbiamo mai smesso di lottare. Abbiamo portato fuori i nostri corpi, le nostre identità, le nostre esistenze. Perché nessun governo può fermarci. Non smetteremo di rivendicare con orgoglio che esistono famiglie e relazioni differenti che non possono essere ignorate. Non smetteremo di chiedere di rendere disponibili i mezzi di prevenzione per il contrasto all’HIV. Non smetteremo di rifiutare la patologizzazione delle sessualità non convenzionali. Continueremo a ribadire che la nostra comunità è femminista e transfemminista. Non ci dimenticheremo che la nostra comunità non è unicamente occidentale e bianca, ma afrodiscendente, asiatica, migrante. Difenderemo la dignità delle persone sexworkers dagli stigmi che le perseguitano. Gridiamo a gran voce QueeResistenza”.

Lasciata Roma, rientriamo in Abruzzo. Tutti pronti per partecipare all’Abruzzo Pride!

Di jojo

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