Mobilitazione per il nostro benessere psichico.

Perché nessuno l’ha mai chiesto a me e alla mia generazione. Dopo anni di pandemia che ne ha messo in luce l’importanza, il benessere psicologico non è mai stato preso in considerazione. Davanti a noi abbiamo un futuro incerto ma ci viene chiesto costantemente di essere eccellenti, di fare di più. La salute mentale è uno stigma nonostante riguardi ognuno di noi. Ad oggi i fondi stanziati sono troppi pochi, così come l’attenzione che ci viene data. Il sostegno psicologico è un diritto ma il lavoro da fare è ancora molto perché venga garantito e normalizzato”

Chiedimicomesto

Chiedimicomesto ha idee chiare sulle soluzioni da mettere in campo sul benessere degli studenti e delle studentesse e vuole che la politica sia tempestiva nel dare risposte concrete.

 

La mobilitazione del 16 maggio

Chiedimicomesto lancia la mobilitazione nazionale il 16 maggio alle 12:30 presso il Ministero della Salute allo scopo di ottenere l’approvazione della legge sul benessere psicologico.

Dichiara UdU

“È ora di stare bene” non è solo lo slogan con il quale scenderemo in piazza, ma è una richiesta di attenzione che facciamo a tutto l’arco parlamentare. Stare bene è una necessità collettiva, che però oggi, come confermato dai fatti di cronaca che nell’ultimo mese hanno interessato proprio la comunità universitaria, non è garantita. Il nostro Paese deve prendere una direzione diversa per renderlo possibile, e l’approvazione di una legge simile sarebbe solo il primo, ma indispensabile, passo avanti. È ora di approvare la nostra legge.”.

Commenta uno student*

Viviamo una realtà in cui ciò che sentiamo, proviamo o pensiamo viene calpesato e buttato in un angolo. Dobbiamo ricordare che il benessere psichico è alla base dei nostri diritti. Siamo stanchi di sentire la nostra voce dissolta nel vento, siamo stanchi di dover reprimere il nostro “io”, siamo stanchi di essere messi da parte e siamo stanchi di provare paura per il domani che verrà.

La ricerca nazionale e la proposta di legge

Chiedimicomesto è una ricerca condotta dall’Istituto di ricerca Ires dell’Emilia Romagna e promossa dalla Rete degli studenti universitari e da Unione degli Studenti Universitari.

La ricerca ha evidenziato le conseguenze della pandemia sui giovani: il 28% soffre di disturbi del comportamento alimentare; il 14,5% ha avuto episodi di autolesionismo; il 10% ha assunto sostanze; il 12% ha abusato di alcool; il 64% ha subito un cambiamento nei ritmi del sonno. Solo il 26,2% ha usufruito di un servizio di supporto psicologico. La pandemia ha aumentato emozioni tra cui noia, demotivazione, solitiudine, ansia, paura e rabbia, emozioni che se non vengono affrontate o vissute con consapevolezza riducono la qualità della vita.

Dichiara la Rete degli Studenti

“I dati parlano chiaro: la nostra generazione non sta bene, serve creare delle misure di risposta tempestive. Ci siamo immaginati una proposta di legge che prevede l’introduzione di sportelli di assistenza psicologica in ogni scuola e università, gestiti da un team multidisciplinare di esperti, che sappia intervenire e dare un supporto concreto, affiancati da corsi di educazione alla salute e al benessere psicologico. Chiediamo che la politica ascolti e si faccia carico delle nostre esigenze, prima che sia troppo tardi” dichiara la Rete degli Studenti Medi”.

Dopo la ricerca e l’elaborazione dei dati. lo scorso 22 marzo alla Camera dei Deputati veniva presentata la proposta di legge, poi depositata e firmata alla Camera e al Senato dalle principali forze di opposizione. Nella proposta è stato chiesto di istituire un servizio di assistenza psicologica, psicoterapeutica e di couseling in tutte le scuole e università; un percorso di supporto e formazione nei confronti dei docenti;  un percorso di prevenzione rivolto alla comunità studentesca.

 

La percezione degli studenti e le studentesse UdA.

Gli studenti e le studentesse chiedono fatti concreti sul tema, viceversa, le Istituzioni sembrano sempre di più orientate a ritmi e attività che non hanno niente a che fare con il principio fondante della formazione.

Cultura tossica di competizione e aziendalismo

L’università oggi è un luogo sempre più contaminato da una cultura tossica di competizione, merito (nell’accezione negativa del termine) e aziendalismo che spesso si traducono in stress, ansia, depressione e altri disagi psicologici. La quotidianità dovrebbe essere fatta di altro, di tempo per confrontarsi con i colleghi su quanto si studia, approfondimenti, ricerche…Tutto questo mette in evidenza i problemi strutturali delle nostre Università basate più sulla performance che sulla formazione […].”.

Conta solo il tuo voto o in quanto tempo ti laurei

“Siamo schiacciati da una cultura della performatività, da un sistema che ci spinge ad essere sempre più di qualcun altro altrimenti sembra che tu sia sbagliato, fuori tempo, che non abbia diritto al futuro. Conta solo il tuo voto o in quanto tempo ti laurei. Nessuno chiede perché tu pianga dopo un esame che sei riuscito a passare, sembra quasi scorretto per chi quell’esame non l’ha passato. Così quello che fai non è mai abbastanza o non è mai giusto, come se ci fosse una norma da rispettare.”

Prima non venite a lezione, poi vi uccidete

“Ci sono docenti che dopo la morte del nostro collega commentano “prima non venite a lezione, poi vi uccidete”. Provateci voi a non sentire montare la rabbia dentro. Una frase senza senso che manca di rispetto alla nostra comunità.

Gli studenti e le studentesse UdA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.