Il Ministro Valditara risponde alla Camera sul nuovo piano di reclutamento insegnanti.

Lo scorso 3 maggio si è tenuto presso la Camera dei Deputati il Question Time: ossia il momento dedicato alle interrogazioni che il Parlamento rivolge al Governo e ai suoi Ministri. Tra i Ministri sottoposti a interrogazione parlamentare c’è stato anche il Ministro dell’Istruzione e del Merito, On. Prof. Giuseppe Valditara, il quale ha risposto in merito ad una pluralità di temi riguardanti il mondo scuola.

Il tema del reclutamento docenti

Tra i temi oggetto del Question Time, sicuramente il più interessante per qualsiasi studente e studentessa che abbia intenzione, un domani, di lavorare a scuola è stato quello del reclutamento docenti. In proposito, il Ministro, in risposta alle domande dei parlamentari di maggioranza e di opposizione che gli chiedevano conto sul cosa avesse intenzione di fare il Governo in relazione alla riforma del reclutamento non ancora partita (di cui vi abbiamo già parlato in questo articolo e in una serie di altre occasioni), ha risposto quanto segue:

“Colgo l’occasione per una brevissima replica anche all’onorevole Bonetti (Azione-IV, NdA), perché è noto che i ritardi accumulati dal precedente Governo hanno avuto un’influenza significativa proprio sulla procedura di costruzione degli asili nido. E senza quegli interventi di semplificazione che abbiamo adottato fin da febbraio probabilmente non saremmo mai riusciti a rispettare i tempi previsti.”

Già dalle prime battute, dunque, addossa la responsabilità dei ritardi alla costruzione di nuovi asili nido (previsti dal PNRR) a cura del precedente Governo Draghi e della precedente amministrazione. Il Ministro sembra dimenticare che dell’Esecutivo Draghi facesse parte anche la Lega (la forza politica di cui lui stesso è espressione).

Continua dichiarando…

“Detto questo, sono particolarmente grato per il quesito posto dall’onorevole Latini (Lega, NdA) perché mi offre la possibilità di rimarcare l’impegno di questo Governo, e mio personale, ad affiancare alle misure previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) un assai rilevante piano di assunzioni di personale docente, per un totale di circa 56 mila insegnanti, per il prossimo anno scolastico 2023/2024.

Premetto che con questo piano intendiamo dare, anzitutto, una risposta significativa e tempestiva alle esigenze degli studenti con disabilità, garantendo maggiore qualità dell’insegnamento e continuità didattica e riducendo, al contempo, il fenomeno del precariato degli insegnanti di sostegno. Si tratta, infatti, della più rilevante immissione in ruolo su posti di sostegno degli ultimi anni, pari a circa 19mila unità, destinata ad aspiranti docenti in possesso del titolo di specializzazione.”

56mila nuove assunzioni entro il prossimo anno

Dunque ecco il primo annuncio: 56.000 nuove assunzioni di docenti entro l’anno scolastico 2023/2024, di cui almeno 19.000 solo tra i docenti di sostegno in possesso di specializzazione (ossia docenti che abbiano affrontato con successo il Corso di Specializzazione in Sostegno didattico, di cui vi abbiamo parlato in questo articolo). E gli altri?

“Con riferimento, invece, alle misure da adottare in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza voglio evidenziare che, nonostante non si siano ancora avviati i percorsi universitari di formazione iniziale, non certo per colpa di questo Governo, bandiremo prima dell’estate una procedura concorsuale per l’assunzione di circa 35mila docenti, che abbiano maturato 36 mesi di servizio o che siano in possesso dei 24 crediti formativi universitari. Siamo consapevoli degli obiettivi che ci impone il Piano nazionale di ripresa e resilienza che prevede l’assunzione di 70mila docenti entro dicembre 2024

Dichiarazioni del Ministro Valditara

Dunque, al netto delle annunciate 19.000 nuove assunzioni di insegnanti di sostegno, per l’anno prossimo il Ministero prevede l’immissione in cattedra di altre 35.000 unità, previste dal concorso annunciato come parte integrante della “fase transitoria” contemplata all’interno della riforma 60 CFU (di cui vi avevamo parlato sempre in questo articolo).

Un nuovo concorso a cattedra?

Ci sarà quindi un nuovo concorso scuola a breve? Sì. Secondo quanto annunciato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito durante e dopo il Question Time alla Camera, questo nuovo concorso per 35.000 posti docente sarà bandito entro l’estate 2023 e potranno accedere tutti coloro che saranno in possesso, al momento della pubblicazione del bando, di:

  • Laurea Magistrale/Laurea Magistrale a ciclo unico o qualsiasi altro titolo permetta l’accesso alla classe di concorso di appartenenza;
  • CFU necessari per l’accesso alla classe di concorso di appartenenza;
  • Certificazione 24 CFU nelle discipline psico-pedo-antropologiche e metodologie didattiche (purché conseguita entro e non oltre lo scorso 31 ottobre 2022) o, in alternativa, almeno 36 mesi di servizio svolto in ambito scolastico negli ultimi cinque anni, di cui almeno un anno di servizio svolto sulla propria classe di concorso di appartenenza (categoria, questa, rivolta ai precari cosiddetti “storici”).

Ovviamente, al momento non sappiamo nulla in merito al contenuto delle prove di questo concorso, così come non sappiamo che forma avranno i quesiti , né come saranno valutati. Aspetti, questi, che potranno essere chiariti solo da un futuro bando di concorso e di cui non mancheremo di darvi notizia.

I percorsi 60 CFU: dubbi e incertezze nelle parole del Ministro

Ma che fine hanno fatto i percorsi 60 CFU previsti dalla riforma e rivolti a tutti gli altri aspiranti docenti che non hanno la possibilità – magari perchè laureandi proprio in estate o in autunno – di partecipare a questo concorso? In proposito, con i soliti toni polemici rivolti al Governo precedente, il Ministro ha dichiarato in Parlamento quanto segue:

“Tuttavia, quanto fin qui illustrato dimostra che, nonostante i ritardi maturati dal precedente Governo – i quali, peraltro, ci stanno imponendo una continua interlocuzione con la Commissione Europea per concordare gli  adeguamenti necessari ad assicurare l’attuazione della riforma – siamo riusciti a costruire un ulteriore percorso di reclutamento del personale docente, dando risposte a chi insegna da tempo, ma soprattutto ai nostri ragazzi, che hanno il diritto di avere docenti qualificati e in cattedra sin dal primo giorno di scuola.”

A chi si stesse chiedendo, dunque, che fine abbia fatto il Decreto attuativo della L. n. 79/2022, necessario a far partire i nuovi percorsi 60 CFU per il conseguimento dell’abilitazione alla docenza (che ricordiamo sarà compito degli atenei fisici erogare, e che dunque non potranno essere erogati dalle Università telematiche), semplicemente il Ministero non risponde.

La questione è stata infatti sottilmente aggirata dal Ministro Valditara, il quale ha confermato la presenza dei concorsi previsti nella “fase transitoria” della nuova riforma, ma non ha risposto in merito ai 30 CFU che, secondo la riforma (D.L. 36/2022 e L. n. 79/2022), i vincitori di questo concorso dovranno integrare prima di entrare di ruolo (Come verranno erogati? Da chi? Con quali tempistiche?).

Con la nascita del nuovo Esecutivo Meloni, uscito direttamente dalle urne lo scorso autunno, il Ministero dell’Istruzione ha cambiato nome, rinominandosi Ministero dell’Istruzione e del Merito. Per lungo tempo, i critici di questo Governo si sono interrogati sul a che cosa quella parola, “merito”, fosse rivolta. Il Ministro Valditara lo ha reso noto: il “merito” di aggirare le domande scomode.

Il video integrale del Ministro Valditara durante il Question Time alla Camera dei Deputati.

Simone Forcucci

Di Simone Forcucci

Classe '93 (sì, sono vecchio, lo so), laureato Magistrale in Scienze Filosofiche, laureato Magistrale in Scienze pedagogiche, mematore professionista. Mi occupo prevalentemente di scuola e di quel contorto e perverso rapporto che la politica ha con la scuola italiana. Anche se laureato, mi piace collaborare con Romboweb al fine di divulgare al meglio possibile presso i futuri insegnanti le notizie che da quel mondo, spesso ignoto e oscuro, provengono.

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