Se resti qualche giorno in più d’estate, non puoi non visitare la costa più bella dell’Abruzzo.

La costa

La Costa dei Trabocchi: 40 km di natura che si snodano da Francavilla passando per Ortona, San Vito chietino, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Torino di Sangro, Casalbordino e Vasto fino a giungere a San Salvo. Questa costa non racchiude solo le spiagge più belle dell’Abruzzo ma ha anche alcune delle più belle spiagge italiane, come quelle di Punta Penna e Punta Aderci. Nel 1860 su questo tratto era stata costruita la linea ferrovia Ancona-Otranto, poi sostituito da un lungo tratto di pista ciclabile e pedonale.

I trabocchi, cosa sono?

Letteralmente il “trabocco” è una macchina da pesca tipica abruzzese, una costruzione di legno di pino o acacia che si protende sul mare, sorretta da pali conficcati direttamente negli scogli. C’è chi sostiene che il nome derivi dal “trabocchetto” che si tende ai pesci che vengono catturati dalla rete da pesca; altri che derivi dal sistema di funi su cui il trabocco si fonda; infine c’é chi crede derivi dalla somiglianza con il torchio usato per la spremitura delle olive. In base alla loro posizione geografica, queste strutture possono essere considerate di porto, scoglio, levante o maestrale.

Il mito delle origini dei trabocchi

Secondo alcuni l’origine dei trabocchi è da ricondurre ai fenici ma i primi manoscritti che ne parlano appartengono a padre Stefano Tiraboschi che scrisse che il monaco Pietro da Marrone nel 1240 “ammirava il mare punteggiato da trabocchi“. Nonostante questo documento alcuni storici attribuiscono la costruzione dei trabocchi ai francesi che si trasferirono in abruzzo nel 1627.

Tra gli altri racconti, si sostiene che a costruirli furono degli agricoltori spinti per necessità a dedicarsi alla pesca, senza l’uso della barca o che gli ideatori furono gli ebrei nel XVIII secolo. Il mito più veritiero fa risalire la nascita dei trabocchi al 1700, dopo il disboscamento della costa teatina per far posto alle coltivazioni.

Punta Aderci: la riserva

Arrivando a Vasto potrete raggiungere Punta Aderci, una riserva naturale di 285 ettari di natura,  dalla spiaggia sabbiosa di Punta Penna, la più bella a livello naturalistico, fino ad ovest, alla foce del fiume Sinello. Il percorso totale è lungo circa 6 kilometri.

Dal promontorio di Punta Penna si può ammirare tutta la riserva e la vista della Majella, del Gran Sasso, del Conero e delle isole Tremiti. Dal lato opposto di Punta Penna si trova, invece, la meravigliosa spiaggia di sassi di Punta Aderci, dove incomincia un percorso ciclabile che prosegue fino alla spiaggia di Mottagrossa. Proprio da Montagrossa i più temerari possono percorrere uno dei percorsi più difficili ma stupendi dell’adriatico centrale che si snoda fino al fiume Sinello.

Flora e Fauna

Tutte le spiagge della riserva di Punta Aderci sono di libera fruizione ma l’unica con servizio di balneazione è quella di Punta Penna che offre un ampio paesaggio dunale. Nell’ambiente dunale la vegetazione è fondamentale per impedire alla sabbia di raggiungere l’entroterra. Forse è anche per questo che, nonostante in alcune delle cavità di Punta Aderci si trovi l’Halymenia Floresia, l’alga rossa più bella del mediterraneo, il simbolo della flora di Punta Aderci è lo sparto, una pianta graminacea che riesce a contrastare l’azione erosiva degli eventi atmosferici. 

L’intera riserva è un covo per gli uccelli, non a caso l’animale simbolo è il fratino, uccello la cui popolazione si sta riducendo anche perchè depone le uova a terra rendendole facili prede. Infine, la riserva è ricca di terreno fertile per vigneti, oliveti e graminacee.

Il decalogo del visitatore

La riserva è sempre aperta e a Punta Penna si possono noleggiare canoe, bici e ombrelloni ma essendo una riserva naturale è giusto ricordare le parole di Baden PowellProcurate di lasciare il mondo un po’ migliore di come lo avete trovato“.

I materiali ferrosi hanno un tempo di decomposizione di oltre 500 anni; il vetro è quasi indegradabile e può ferire gli animali protetti della riserva. Proprio per questo sul sito di Punta Aderci c’è un decalogo in cui si ricorda di non inquinare, non attraversare la riserva con veicoli a motore, motoscafi compresi. Non si devono raccogliere fiori o incidere tronchi ed è vietato accendere fuochi.

Nella riserva però si consiglia di portare un binocolo, una cartina e una macchina fotografica per poter cogliere ogni minuscolo dettaglio che la natura può offrire segnalando ai responsabili della riserva qualsiasi problema

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