Il drammateatro con Samuel Beckett in Giorni Felici.

Martedì 4 aprile alle ore 9:00 si è svolto nell’aula 2 del polo di Lettere un incontro con gli studenti sul rapporto tra testo teatrale e scrittura scenica. Da “Happy days” di Beckett a “Sarà un altro giorno felice del Drammateatro”. Il progetto è stato voluto dalla prof.ssa associata di Letteratura Teatrale Antonella Di Nallo del Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali (DILASS).

Il Drammateatro e il progetto “Giorni felici”

L’incontro ha visto come protagonisti il celebre regista Claudio di Scanno e l’attrice Susanna Costaglione. Il regista ha innanzitutto presentato la compagnia teatrale da lui fondata nel 1985, il “Drammateatro”, con sede a Popoli, vincitrice di diversi premi nel corso degli anni; un’idea di “terzo teatro”, che nasce come teatro in strada e rinnovamento della Commedia dell’Arte, arrivato solo in seguito alle rappresentazioni al chiuso. Quest’anno propongono in scena un adattamento di “Giorni felici” di Samuel Beckett, autore e opera che hanno presentato durante l’incontro. Come chiarisce l’attrice, il progetto permetterà infatti agli studenti di assistere tre giorni alle prove di “Sarà un altro giorno felice”, che andrà in scena presso il teatro di Popoli.

Samuel Beckett e “Giorni Felici”

Il regista descrive Beckett come “un uomo solitario, un autore che assorbe tutti i drammi del dopoguerra”: pone l’accento in particolare sulla bomba atomica, che catalizza il pessimismo del drammaturgo. Beckett, uno dei principali esponenti del teatro dell’assurdo, crea così una dicotomia: la necessità della vita e il suo disfacimento ineluttabile. Un “assurdo” progresso.

Giorni felici“, non a caso, è ambientato in una vasta landa deserta in cui sbuca da una collinetta una donna, Winnie, sulla sessantina, ricoperta dalla sabbia fino a metà busto, impossibilitata a muoversi, e suo marito Willie, nascosto dietro di lei. Lo spettacolo inizia con la donna svegliata da un forte trillo: “un altro giorno magnifico!”, esordisce, come se nulla fosse.

Durante l’incontro con gli studenti ci si interroga sul senso dell’opera, vengono a galla differenti visioni che stuzzicano la curiosità. Infine, l’attrice interpreta magistralmente tre brani del monologo di Winnie.

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“Giorni felici”: un’opera moderna

Il teatro di Beckett è simbolico e complesso. Giorni drammatici definiti come felici, un monologo che colpisce, appunto, per la sua assurdità. Interpretazioni fra le più disparate: un’estrema solitudine mascherata in felicità, “come se qualcuno ci stesse sempre guardando” spiega la professoressa. Il disfacimento di una coppia, una routine quotidiana monotona e meccanica, un “marito-larva” ormai assente nella sua vita che rare volta l’ascolta parlare. La professoressa Di Nallo lascia la parola agli studenti con una domanda forte “Quanto possiamo ritrovare noi stessi in quest’opera?”

Il regista dice di incentrarsi su questo particolare: un matrimonio usurato dalla routine, la donna parla di lui come un orpello nella sua vita; si suppone perfino che sia presente solo nella memoria. La landa deserta verrebbe dunque scambiata con un abito da sposa prolungato, sinonimo forse di un rapporto andato ormai troppo in là, che si è spento nel tempo. La stessa lettura del copione è insidiosa: frasi ripetitive, allusioni mascherate, giochi di parole, sfumature da cogliere. Flash mnemonici usurati, una realtà passata e la semplice attesa del nulla: “vecchie cose, vecchie pupille”. Una fitta investigazione che vede il teatro come “coinvolgimento” e non “intrattenimento”, scopo stesso del Drammateatro.

Passo tratto da Giorni Felici

[…] Questa poi (Pausa). Le parole mancano, ci sono delle volte in cui perfino loro mancano. (Voltandosi un poco verso Willie) Non è vero, Willie? (Pausa. Voltandosi un po’ di più) Non è vero, Willie, che persino le parole mancano, a volte? (Pausa. Si volta verso la sala) E che cosa si deve fare, allora, aspettando che tornino? Strigliarsi il pelo, se non è già stato fatto, o se c’è qualche dubbio, tagliarsi le unghie se hanno bisogno di essere tagliate, sono tutte cose che ti aiutano a tirare avanti. (Pausa). E’ questo che trovo meraviglioso, che non passa giorno… (sorride) …per dirla nel vecchio stile… (il sorriso cade) … senza qualche benedizione… […]

Questo articolo viene pubblicato il 23 aprile, in occasione della Giornata Mondiale del libro e del diritto d’autore. Buona lettura a tutti!

Di jojo

2 pensiero su “Primo incontro della serie “I Giganti del teatro””

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