Le motivazioni del sit-in che ha dato fastidio e come ha reagito l’Università alle proposte dei rappresentanti degli studenti

Giovedì 13 aprile, presso il polo di Lettere, oltre cento studenti si sono raccolti per trovare uno spazio dove condividere idee, emozioni e proposte per l’Università. Il Rettore uscente, Sergio Caputi, ha purtroppo frainteso il senso di tutta l’iniziativa, terminata presso il Rettorato con un minuto di silenzio in memoria dei tristi eventi che hanno colpito l’UdA e la comunità studentesca tutta.

Alcuni tra docenti e tecnici-amministrativi, anche a causa delle voci poco accurate di chi alla manifestazione non c’era ma ha voluto dire la sua, non hanno ancora chiari i motivi della protesta; altri hanno mostrato poca empatia. Il sit-in è stato un momento di ritrovo e raccoglimento fondamentale per la comunità studentesca e accademica che, invece, ha aderito e dato voce sia al positivo che al negativo della vita universitaria. Tante le proposte per fare sempre meglio e tanta la voglia di cambiare un luogo che per un periodo della vita degli studenti rappresenta una seconda casa

Chiedimi come sto: i motivi alla base dell’iniziativa.

Chiedimi come sto” è lo slogan della protesta, svoltasi dalle ore dieci fino a mezzogiorno, organizzata dall’Associazione 360Gradi e che ha visto tanta adesione da parte di studenti e studentesse, associazioni teatine, associazioni di rappresentanza degli studenti UdA e docenti di diversi Dipartimenti.

“Il momento di raccoglimento è stata una scelta molto ponderata. Gli studenti erano scontenti e addolorati dai post sui social dell’Ateneo, dalla “Serena Pasqua”  il giorno dopo la triste vicenda” al messaggio del Rettore per ricordare il nostro collega. E non solo, la situazione ha riportato a galla tante problematiche in Ud’a; vecchie proposte studentesche che non avevano trovato riscontro e problemi tutti nuovi da affrontare.” dichiara la Presidente dell’Associazione 360Gradi, Carmela Santulli. Continua, “Dare voce agli studenti che rappresentiamo è un nostro dovere tanto quanto rappresentarli negli organi. Per questo abbiamo deciso di raccoglierci tutti in un unico posto, un posto che rappresenta spesso una seconda casa.”

Le proposte e le richieste della lista di rappresentanza 360Gradi

La Presidente di 360 Gradi nel suo discorso ha espresso le sue considerazioni, le sue idee e si è soffermata sul disagio vissuto dagli studenti, ricordando loro le proposte che avrebbe portato nuovamente all’attenzione dell’Ateneo. “Oggi 360gradi porterà nuovamente all’attenzione dell’ateneo richieste come il potenziamento del servizio psicologico; l’organizzazione di uno screening sulla salute psicologica della popolazione studentesca, anche al fine di porre in essere ulteriori interventi specifici; l’eliminazione dello sbarramento orizzontale che lascia indietro gli studenti; l’istituzione e la riorganizzazione delle sessioni di esami di profitto per tutti i corsi di laurea, sessioni che sono da sempre in numero insufficiente; il nome del garante degli studenti di Ateneo, previsto in un Regolamento del 2021″.

Poi ha aggiunto, “Quello che vogliamo non è né eccessivo né impossibile. Vogliamo un Ateneo che mostri vicinanza alla componente studentesca, a cominciare dalle sue comunicazioni sui social media; […]. Vogliamo un Ateneo che dia risposte. Come presidente della Consulta degli studenti, posso dirvi che l’organo principale degli studenti ha avanzato molte proposte: l’aumento degli spazi studio, anche all’aperto; la riorganizzazione degli orari delle lezioni, perché qui dentro c’è chi fa dalle 8 alle 10 ore di lezione/tirocini senza pausa pranzo e persino senza pause in assoluto, perché non tutti i docenti cominciano la lezione facendo il quarto d’ora accademico; l’istituzione del medico di Ateneo con servizio ginecologico annesso; l’apertura degli spazi dell’Ateneo anche durante il weekend, al fine di utilizzare questi spazi come punto di riferimento di tutta la componente studentesca, a cominciare dagli studenti fuori sede.

La Presidente si è infine rivolta agli studenti invitandoli a fare uno sforzo per “cambiare il modo di pensare e di agire, verso noi stessi, verso i nostri colleghi, verso i docenti e verso l’Ateneo a cui chiediamo di evolversi, di migliorare” e all’UniversitàQuello che vogliamo, dicevo, non è né eccessivo né impossibile. Oggi chiedo una cosa precisa: chiedo che l’Ateneo tratti delle nostre proposte e di tutte le proposte studentesche, a cominciare da quelle formulate dalla Consulta degli Studenti, nella seduta del Senato Accademico che si terrà tra pochi giorni, il 18 aprile, e chiedo che ci dia riscontri con fatti concreti, urgenti e tangibili da tutti“.

Cosa ne è seguito?

Nel Senato Accademico non si è parlato di nessuna delle proposte protocollate dai rappresentanti degli studenti, anzi…

“Apprendiamo che neanche in questo Senato sono state discusse le proposte degli studenti. Anzi, il Rettore ha discusso del nostro sit-in e non sembra che abbia compreso i motivi alla base dell’iniziativa e il valore di momenti come questi” – commenta un rappresentante di 360Gradi

Un passo avanti lo si è fatto per il solo Garante degli Studenti.

“Dopo la nostra richiesta sul nome del Garante degli Studenti e sulla necessità di rendere concreto il servizio ci è stato riferito che il Rettore ha comunicato al Senato del 18 aprile dell’esigenza di individuare un nome e nominare la figura. Il Regolamento esiste dal 2021, dobbiamo dedurre che prima della nostra richiesta non ci fosse un Garante?” – commenta la Presidente di 360Gradi. Aggiunge “Anche in questo Senato non ho visto trattare le richieste degli studenti, specialmente quelle della Consulta. E’ necessario un cambio di rotta concreto. Questo modo di fare, alla lunga, non permette all’Università di migliorarsi e dimostra, ancora una volta, che gli studenti devono avere il coraggio di far sentire la propria voce”.

Facciamo chiarezza.

Ogni sit-in che si rispetti ha i suoi interventi e questi li può fare chiunque sia lì. Ognuno ha quindi la responsabilità di ciò che dichiara personalmente. Generalizzare un’ora di interventi con frasi brevi o raccogliendo pezzi di dichiarazioni non è fare informazione. Dei motivi alla base abbiamo già detto abbastanza, sperando di aver fatto chiarezza ai più confusi fra voi, passiamo ora ai contenuti.

Il sit-in è stato introdotto da un discorso della Presidente Carmela Santulli che ne chiariva scopi e invitava gli studenti a prendere parola, “Abbiamo voluto questo incontro perché è necessario favorire condivisione, confronto, fare rete sui temi del benessere psicologico della componente studentesca dell’Ateneo. Vi chiedo di prendervi uno spazio e di venire qui e condividere idee, emozioni e proposte che raccoglierò e presenterò all’attenzione della governance di Ateneo durante e dopo questo momento insieme”.

Sono stati molti gli interventi, e sono arrivati da diversi interlocutori: studenti, rappresentanti degli studenti, docenti UdA e associazioni teatine intervenute. Tutti hanno condiviso qualcosa, dalle esperienze e pensieri personali, alle richieste di fare più rete, di parlare con qualcuno quando ci si sente troppo pressati, alcuni denunciando brutte situazioni vissute sulla propria pelle. Tra gli interventi, c’era anche l’Assessore a igiene e sanità del Comune di Chieti, Fabio Stella, che ci ha tenuto a mostrare la vicinanza del Comune e la volontà di aiutare nell’individuazione di servizi per il benessere psicologico degli studenti.

“Chiedimi come sto” è uno dei tanti slogan utilizzati nella protesta: “Chiedeteci come stiamo quando dobbiamo superare un test per essere ammessi a un corso di laurea”, comincia una studentessa, “quando per questo test le nostre famiglie sono costrette ad un gravoso sborso economico, quando non lo superiamo… quando non possiamo permetterci di studiare e speriamo nella tutela dello Stato… e quando, nonostante siamo idonei, la nostra regione non investe abbastanza nel diritto allo studio e perciò quel diritto ci viene negato.” – studentessa
“Non vogliamo demonizzare il merito, vogliamo che venga esteso a tutti a prescindere dalle condizioni per il suo raggiungimento. Ogni studente deve poter raggiungere i suoi obiettivi senza sentirsi svilito per non aver superato un esame un certo numero di volte, oppure perché qualcuno lo fa sentire così”, e cita, ad esempio, i fuoricorso. – rappresentanti degli studenti

Rappresentante 360Gradi Psicologia
Rappresentante 360gradi Medicina
Rappresentante 360Gradi sociologia
studentessa Psicologia
studentessa Sociologia

Di jojo

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