Il Ponte del Vallone e il Sentiero della libertà

La valle: un po’ di storia

Nella Valle dell’Orfento, un paradiso di 2606 ettari dichiarato protetto dal 1971, ci sono migliaia di anfratti naturali da esplorare. La valle è il cuore del parco della Majella ma è anche l’unico canyon del parco percorso da un fiume: l’Orfento. 

 

Sin dalla preistoria le erosioni hanno contribuito a creare delle grotte che, nella storia, sono state usate come ripari. Nel medioevo gli eremiti si sono spesso rifugiati in questi spazi naturali e hanno creato vari eremi, circa 9, ormai non tutti accessibili. Il più importante, in cui visse l’eremita che conosciamo tutti come papa Celestino V, è quello di San Giovanni. La valle è stata un rifugio delle popolazioni che scappavano dai nazisti durante la seconda guerra mondiale e su alcune rocce possiamo trovarne incisioni tutt’ora.

Flora e fauna protetta

La valle dell’Orfento è ricca di biodiversità. Il suo simbolo infatti è un animale: il merlo acquaiolo che cattura le sue prede con spettacoli subacquei osservabili.

Tra la fauna e la flora troviamo anche esemplari dell’aquila reale, un animale considerato specie protetta, insieme al gracchio alpino, quello corallino e una piccola, rara, pianta carnivora denominata “Pinguicola”.

L’anello del ponte Vallone: il percorso

All’interno di questa Valle situata a Caramanico Terme, un paese a circa un’ora da Pescara, ci sono tanti sentieri da percorrere. I più famosi sono il sentiero delle scalelle, l’anello del ponte di pietra ed eremo di Sant’Onofrio, l’eremo di San Giovanni, l’anello di Guado Sant’Antonio, l’anello di Decontra e per finire l’anello del ponte Vallone.

 

Un percorso adatto a tutti dalla lunghezza di 6 km: inizia da Santa croce di Caramanico Terme, dove ci si può immergere in un bosco di conifere, tra cui spicca il pino nero. Dopo un centinaio di metri dall’inizio, si passa attraverso una spaccatura artificiale nella roccia, da cui si inizia la discesa. L’ultima parte del percorso scava una gola nella roccia. L’ambiente favorisce lo sviluppo del carpino nero e dell’orniello, due piante che contribuiscono, insieme a due specie di felci, la lingua cervina e la capelvenere, a creare un luogo in cui un appassionato del genere fantasy si aspetterebbe di incontrare personaggi come hobbit o unicorni, etc… All’uscita del percorso si deve attraversare il ponte di Caramanico per circa 2 km e tornare al punto di partenza: il centro visita della Valle Dell’Orfento.

Il sentiero della libertà va da Sulmona a Palena

Il sentiero della libertà va da Sulmona a Palena, ripercorre strade sterrate e mulattiere che furono utilizzate sul finire della Seconda Guerra Mondiale, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, da reclusi in fuga dal campo di prigionia di Fonte d’Amore, angloamericani, ma anche sud africani e neozelandesi, che cercavano la salvezza guidati dai partigiani verso i territori già liberati dagli Alleati.

 

Esistono due diverse tappe del sentiero: la prima da Sulmona a Campo di Giove e la seconda da Campo di Giove a Palena. Percorrerlo avvicina molto ad un momento storico drammatico vissuto sulle nostre terre abruzzesi. Infatti, dal settembre 1943 al giugno 1944 l’Abruzzo divenne campo di battaglia principale nella lotta tra Nazisti e Forze Alleate, nella fase finale della guerra. Qui passa quella che è stata definita la Linea Gustav o d’Inverno che serviva ai Nazisti per fermare l’avanzata delle forze alleate dal Sud della penisola. L’Abruzzo ospitava campi per prigionieri anglo americani, di cui uno a Sulmona con circa 3500 prigionieri, uno a Chieti e uno ad Acquafredda. All’indomani dell’armistizio molti di questi evasero nelle valli e nei borghi circostanti, tentando di ricongiungersi al loro esercito. Caramanico diede il proprio contributo ospitando nell’autunno-inverno 1944 prigionieri di varie nazionalità, opera umanitaria documentata nel racconto autobiografico “Poor people, poor us” di John Evelyn Broad.

Un paio di raccomandazioni

Utilizzate degli scarponcini adatti a camminare sui sentieri e tutta l’attrezzatura necessaria. In caso di disorientamento, anche se il fiume Orfento si è fatto strada da sé, è bene ritornare sul sentiero e orientarsi con una cartina, che potete ottenere al centro informazioni.

Robert Baden Powell diceva: “Quando la strada non c’è, inventala!”

Per informazioni sulle escursioni e su ciò che serve per visitare la Valle dell’Orfento, visitate il sito ufficiale: https://www.valledellorfento.info/

Giulia Pestarino

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