Un gruppo di ricercatori, coordinati dal Prof. Pietro Di Carlo del Dipartimento di “Tecnologie Innovative in Medicina E Odontoiatria” della “d’Annunzio”, studia la diffusione del Covid-19 sui mezzi pubblici dell’area di Chieti.

Il risultato del lavoro svolto da un gruppo di ricercatori dell’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti – Pescara, coordinati dal Prof. associato Pietro di Carlo di Fisica per il Sistema Terra e per il Mezzo Circumterrestre presso il Dipartimento di “Tecnologie Innovative in Medicina & Odontoiatria” dello stesso ateneo, è stato da poco pubblicato sulla rivista scientifica “Plos One”. L’articolo è stato firmato, oltre che del prof. Di Carlo, da Piero Chiacchiaretta, Bruna Sinjari, Eleonora Aruffo, Liborio Stuppia, Vincenzo De Laurenzi, Pamela Di Tomo, Letizia Pelusi, Francesca Potenza, Angelo Veronese, Jacopo Vecchiet, Katia Falasca e Claudio Ucciferri. La ricerca in questione riguarda l’analisi della possibile trasmissione sui mezzi pubblici, precisamente sugli autobus urbani “La Panoramica” di Chieti, del Covid-19. Monitorando l’aria e le superfici a bordo degli autobus urbani, lo studio è stato compiuto attraverso i campionamenti delle stesse superfici, analizzati dal Prof. Liborio Stuppia presso il laboratorio, che lui stesso dirige, di Genetica Molecolare del “CAST – Center for Advanced Studies and Technology” dell’Università “G. d’Annunzio”. Questo procedimento è stato effettuato nello stesso modo in cui vengono valutati i tamponi utilizzati per verificare la presenza o l’assenza del virus nelle persone. Due settimane è stato l’arco di tempo necessario per lo studio di questo fenomeno. Con più di 1000 passeggeri sui mezzi, non è mai stato trovato il virus a bordo, né nei campioni d’aria, né sulle superfici presenti. Dunque, Il prof Pietro di Carlo sostiene che «Questi risultati suggeriscono che la riduzione del numero di passeggeri, l’uso della mascherina, la disinfezione delle mani e l’arieggiamento sono misure efficaci per prevenire la diffusione del SARS-CoV-2 nel trasporto pubblico».

L’importanza di studiare la diffusione del virus nei mezzi di trasporto pubblici

Per capire meglio la diffusione del virus e la trasmissione di questo nell’aria, è stato di grandissima importanza analizzare l’aria e le superfici nei luoghi chiusi. Questo studio è stato importante anche per migliorare la valutazione dei rischi che corrono i medici e gli operatori sanitari. E’ da sottolineare, però, che questa ricerca e le sue conseguenze sono da considerare limitatamente alla diffusione del virus negli ospedali. Ciò che ne è risultato è l’importanza e il ruolo fondamentale che gioca la ventilazione dell’aria anche in luoghi come ristoranti, uffici postali, banche e farmacie. Ma la ventilazione ed il ricircolo dell’aria sono misure più feree da mantenere sui mezzi di trasporto pubblici come autobus, tram, treni e pullman. Per questo motivo i ricercatori hanno deciso di prendere campioni di aria e campioni sulle superfici degli autobus di linea urbana di Chieti. 

diffusione covid sui mezzi di trasporto pubblici

Materiali e metodi dello studio pubblicato

Lo studio è stato condotto dal 12 maggio 2020 al 22 maggio 2020 a Chieti, in Abruzzo, il cui tasso di mortalità ed infezione da Covid-19 è il quinto tra le regioni italiane. Infatti, in Abruzzo, sono stati riportati 3237 casi di persone infette dal virus, solo 820 nella provincia di Chieti. In questo studio è stata preso come campione la linea 1 del trasporto urbano “La Panoramica” di Chieti, poiché è la linea più trafficata in termini di passeggeri e copre un raggio di 20 km con 50 fermate dal Campus dell’Università d’Annunzio all’ospedale S.S. Annunziata e viceversa. Durante i giorni feriali delle due settimane di osservazione, sono stati presi campioni di aria sulla linea 1, dalle 12:00 alle 18:30. I filtri di membrane di gelatina microbiologica sono stati testati con successo al reparto di Malattie infettive dell’ospedale S.S. Annunziata di Chieti, per verificare il loro comportamento durante la detenzione del virus nell’aria. E’ stato messo un campione di aria, preso come riferimento, in un autobus senza passeggeri, di notte, e tenuto per 21 ore nella rimessa. Attraverso tamponi bagnati con la soluzione fisiologica sono stati presi campioni sulle superfici del mezzo, in cinque punti differenti, maggiormente a contatto con i passeggeri, presi in considerazione grazie ai suggerimenti dei conducenti dello stesso. Successivamente i campioni sono stati portati immediatamente al laboratorio di Genetica Molecolare del CAST dell’Università d’Annunzio per essere analizzati. Dopo l’analisi attraverso il metodo RT-PCR, i campioni sono risultati negativi per due o tutti i geni. Lo stesso risultato è stato similmente riportato durante tutto il periodo di studio. 

Risultati e conclusione dello studio di ricerca

Il risultato di questo studio di ricerca è che nessuno di questi campioni è risultato positivo al Covid-19, né le superfici all’interno del mezzo, né la sua aria. Sfortunatamente, affermano i ricercatori, non è stato possibile testare ogni passeggero per il SARS-CoV-2, quindi non sappiamo quante persone infette abbiano viaggiato negli autobus urbani durante il periodo di osservazione. Gli studiosi ipotizzando che i mezzi di trasporto abbiano ospitato, del totale, il 30% delle persone infette, dal momento che ci sono stati 123 passeggeri di media su ogni autobus, 37 di queste infette e asintomatiche hanno potenzialmente toccato le superfici prese in considerazione dai campioni, e respirato all’interno dell’autobus nel momento in cui i loro strumenti stavano prendendo i campioni dell’aria all’interno. Considerando valida questa ipotesi, si può concludere che utilizzando il gel disinfettante con base alcolica posto all’entrata degli autobus, utilizzando correttamente la mascherina e mantenendo la distanza e tutte le misure preventive che sono state rese note dai Dpcm del Presidente del Consiglio italiano, sembra sia possibile mantenere le superfici e l’aria all’interno dei mezzi protette e libere dal virus.

Redazione Romboweb – Marzia Cotugno

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