La giunta regionale approva il progetto per la chiusura della Fondazione e dell’associazione CIAPI Abruzzo Formazione; ora l’ultima parola spetta al Consiglio regionale.
Chieti. La giunta regionale ha deciso: il CIAPI, Centro internazionale addestramento professionale industria, chiude. Un commissario esterno sarà eletto ed incaricato della liquidazione della Fondazione e dello scioglimento dell’associazione CIAPI Abruzzo Formazione. Ora l’ultima parola spetta al Consiglio regionale.
Ma quali sono i motivi che stanno portando alla chiusura definitiva del CIAPI?
Cattiva gestione o scelta politica della nuova giunta regionale?
I bilanci sia della Fondazione che dall’associazione descrivono un adamento economico negativo. Nell’ultimo bilancio dell’associazione CIAPI, datato 2012, questa chiudeva con una perdita di 5.239.072 euro (la chiusura in perdita è continuata fino ad oggi). Stessa situazione negativa anche per la Fondazione (creata nel gennaio 2001 come sostegno al centro di formazione), la cui passività nel 2018 ammontava a 6.766.366 euro.
La nuova giunta regionale di Marsilio, quindi, ha deciso di chiudere i rapporti con la Fondazione e con l’associazione. Così, una delibera, non prevista all’ordine del giorno, entra “fuori sacco” all’interno della seduta di giunta. È la delibera che porta avanti il progetto di legge per “l’estinzione della fondazione” e “lo scioglimento dell’associazione CIAPI”, discussa in assenza di Mauro Febbo (assessore di riferimento del territorio che si è sempre battuto negli scorsi anni per evitare la chiusura).
Eppure il CIAPI resta l’unico centro di formazione e ricerca ad essere chiuso; le altre partecipate, come l’ARAP o ABRUZZO SVILUPPO, restano ancora in vita senza subire danni grazie agli stanziamenti della stessa regione.
Ma la chiusura del centro di formazione non è un fatto nuovo: la questione prende le mosse già dalla passata amministrazione regionale di Luciano D’Alfonso, quando nel 2018, la giunta revoca l’accreditamento al centro di formazione e, a fine 2018, gli nega la personalità giuridica. Senza né l’uno né l’altra il Ciapi è ridotto a zero non potendo più erogare corsi di formazione.
Quei soldi promessi dalla Regione ma mai erogati…
Eppure secondo alcuni una soluzione ci sarebbe. Chiudere un ente che eroga corsi di formazione in campo medico dal 1968 potrebbe essere un duro colpo per il territorio e per la città di Chieti. Senza dimenticare, tra l’altro, quei 30 dipendenti del CIAPI che non ricevono lo stipendio da ormai tre anni. Per loro la situazione è preoccupante: con la delibera sulla chiusura, la regione potrà lavarsi le mani sugli impiegati senza stipendio liquidandoli insieme alla Fondazione.
Il direttore del centro di formazione, Paolo Cacciagrano, punta il dito contro alcuni dirigenti della Regione. Cacciagrano si riferisce ai due stanziamenti di 600 mila euro approvati all’unanimità dal consiglio regionale ma mai materialmente erogati dall’ente. Partendo da questo punto, lo stesso direttore propone due soluzioni che permetterebbero di evitare la chiusura della struttura: «Contrarre un mutuo, le cui rate andrebbero saldate con i due stanziamenti regionali da 600mila euro, e così pagare i dipendenti e transare con l’erario». Oppure: «Regionalizzare l’ente».
Il silenzio della d’Annunzio sulla vicenda
Se il CIAPI dovesse chiudere verranno meno le strutture, le aule, gli spazi didattici utilizzate dalla d’Annunzio per i corsi di laurea in Scienze Motorie, in Fisioterapia.
Nonostante questo, dall’amministrazione Caputi non arriva alcun parere. Un silenzio da cui è impossibile capire quale sia la reale posizione dell’ateneo sulla vicenda. Una volta chiusa la fondazione e sciolta l’associazione, il Rettore dovrà capire dove sistemare i corsi di laurea, i docenti e gli studenti iscritti. Ma forse questo per Caputi non è un problema e probabilmente “un piano B” è già pronto.
Tuttavia, l’anno scorso il consiglio d’amministrazione ha approvato progetti e lavori per circa 20 milioni di euro. Tra le destinazioni di queste opere ci sono proprio le strutture del CIAPI: un investimento importante per l’amministrazione dell’ateneo; un investimento che dovrebbe vedere l’Università contraria alla chiusura del centro di formazione.
Redazione Romboweb Giornale studentesco universitario
Claudio Tucci