Il Consiglio Comunale di Chieti approva l’ordine del giorno del consigliere Di Paolo (Fratelli d’Italia): si chiede la modifica della legge regionale sulle autocertificazioni per gli stranieri che chiedono un alloggio popolare

Chieti come Lodi. Lo scorso anno, nella cittadina lombarda, agli alunni stranieri fu negato il diritto al servizio della mensa scolastica; la causa fu una delibera del sindaco leghista Sara Casanova che imponeva alle famiglie straniere certificati non richiesti a quelle degli italiani. Negato l’utilizzo dell’autocertificazione, gli stranieri vennero obbligati a presentare i documenti rilasciati dalla competente autorità dello Stato di origine.

E come può un rifugiato siriano reperire i documenti necessari se nel suo paese d’origine vi è una guerra civile in atto?

Un’assurdità che molte associazioni denunciarono in quanto pratica illegittima e discriminatoria. Eppure gli esempi sbagliati sono sempre quelli più seguiti. Se qualcuno ha creduto che Lodi fosse l’unico esempio di discriminazione, un caso sporadico (come la deportazione dei migranti dal Cara di Castelnuovo di Porto) da cui prendere le distanze senza però giudicare razzista la nuova classe politica, molto probabilmente si sta sbagliando.
Anche Chieti decide di seguire il trend della superficialità: il Consiglio comunale ha approvato, sotto spasmodico entusiasmo ultras della maggioranza, il punto all’ordine del giorno del consigliere Di Paolo (Fratelli d’Italia); il consigliere pretende la modifica della legge regionale sulle autocertificazioni per gli stranieri che chiedono un alloggio popolare. In sostanza, allo straniero non sarà più concesso autocerficare lo stato del proprio patrimonio, ma sarà costretto a reperire i documenti dal proprio Stato di origine e rilasciati ovviamente dall’autorità competente.

Ma a destra, se non si parla di migranti e stranieri, di cosa discutono?

È quasi come descrivere una normale routine giornaliera per i comuni amministrati dalle destre e dalla Lega in particolare.
Chieti, dicono i giornali, è una città intelligente, tra le migliori smart city d’Italia. Addirittura, continuano i giornali, Chieti eccelle anche per quanto riguarda la dimensione economica conquistando il 18esimo posto piazzandosi un gradino prima della capitale.
Grandi risultati, grandi onorificenze da festeggiare con politiche discriminatorie e superficiali, con strade che aprono tunnel segreti verso antichi reperti archeologici e con attività commerciali che chiudono.
Ma tra gloria e dissesto, il comune ha trovato la sua priorità per la salvaguardia teatina: una “morbida apartheid” per favorire l’italiano, il paesano doc (anche se il paesano non dichiara, commette illeciti, paga tangenti).

Il teatino sembra essere in pericolo, l’invasione “nemica” è in atto (solo il 4% dei residenti è straniero), le case non bastano (nel 2014 furono trovate irregolarità gravi nella graduatoria provvisoria per l’assegnazione delle case popolari), tutta colpa del governo precedente (Di Primio è su quella poltrona da 10 anni), quindi fuori chi non ha diritto.

Romboweb Abruzzo – Giornale studentesco universitario 

Claudio Tucci

5 pensiero su “La Chieti razzista e superficiale dice basta autocertificazioni per gli stranieri che chiedono la casa popolare”
  1. Scandaloso ! A Chieti purtroppo si è instaurato da decenni , non soltanto 10 anni) un regime e come tale, come sempre avvenuto nella storia, i politici che comandano hanno assunto l’arroganza e l’incompetenza all’ennesima potenza. Poiché si è a livello di regime questi comandanti vengono servilmente votati e rivotati dalla maggior parte della popolazione.

  2. Il governo degli incapaci: dalla crescita zero al Far West
    La giornata politica odierna è stata scandita da due avvenimenti. Il primo, l’allarme lanciato dal Centro Studi della Confindustria che, sulla base di analisi molto più rigorose di quelle fatte dagli attuali governanti, ha parlato di “crescita zero” della nostra economia per l’anno in corso, meritandosi subito l’ironico “siete i soliti gufi” da un noto premio Nobel per l’economia di nome Matteo Salvini.
    L’altro, l’approvazione da parte del Senato, con 201 si, 38 no e 6 astenuti, del DDL sulla difesa personale che, negli ultimi 5 anni, ha interessato appena 5 casi.
    L’allarme sulla crescita zero è stato condiviso anche dal Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, da alcuni tra i più autorevoli Centri studi europei e anche dal Presidente della BCE Mario Draghi e questo fatto, pericolosamente sottovalutato dal capo della Lega, significherà portare il rapporto tra il deficit e il Pil, dal 2,04 ipotizzato dalla triade Conte-Di Maio-Salvini, ad almeno il 2,6% e, se non ci saranno interventi capaci di invertire questa pericolosissima tendenza, nel 2020, per sterilizzare l’IVA e fare una adeguata manovra di politica economica, saranno necessari almeno 32 mld di € che passeranno a 52 nel 2021. Dove e come si troveranno questi soldi?
    Quindi, il governo dell’abbassamento delle tasse si prepara ad una delle più sonore batoste degli ultimi 10 anni sia per il 2020 che per il 2021.
    La vicenda dell’approvazione della Legge sulla difesa personale è ancor più inquietante.
    Attualmente sono ben 8 milioni le armi regolarmente denunciate da chi le possiede ed io penso che questa legge farà aumentare di molto il loro numero.
    Pertanto, dal fallimentare e propagandistico “aiutiamoli a casa loro”che è servito solo ad alimentare le paure contro gli immigrati ed a lucrare voti anche della povera gente, ora i leghisti lanceranno lo slogan “sceriffi in casa nostra” consegnando ai cittadini e non alle forze dell’ordine, il compito di difendersi dalla criminalità più o meno organizzata e ci sarà la corsa anche all’acquisto delle armi.
    Sono già 70, infatti, i senatori leghisti che stanno predisponendo un DDL “per rendere più agevole l’iter per acquistare un’arma destinata alla difesa personale” che, come già succede negli USA, si troveranno anche sugli scaffali del supermarket sotto casa, magari vicino ai pomodori in bottiglia, acqua minerale ecc.
    Da oggi in avanti, quindi, tutti potremo diventare dei “giustizieri della notte” alla Charles Bronson ed il Far West sarà qui, nelle nostre strade e quando qualche squilibrato, come purtroppo già oggi succede in tutte le parti del mondo che hanno liberalizzato la vendita delle armi, entrerà armi in pugno in un a scuola e farà una strage degli innocenti, che non saranno più bambini e ragazzi che siamo soliti vedere nelle agghiaccianti immagini televisive che vengono trasmesse, ma nostri figli e nipoti, sapremo chi ringraziare.
    Tutto questo, col consenso degli italiani che, stando almeno ai sondaggi, per il 52% degli intervistati, esprime gradimento per l’attuale governo.

  3. Concordo con quanto scritto e mi permetto solo di aggiungere alcuni dati che credo possano aiutare meglio a far capire quanto razzismo e xenofobia ci sia stata da parte dei 12 consiglieri comunali di destra che hanno approvato l’OdG presentato dal consigliere Marco Di Paolo, di Fratelli d’Italia. Gli alloggi “popolari” a Chieti sono 1078. Di questi, appena 56, con 216 persone che ci vivono, risultano assegnati a stranieri. Siamo, quindi, al 6,3%, con 216 pericolosi invasori che stanno mettendo a rischio, anziani e bambini compresi, la serenità di una città di 55 mila abitanti.
    Ora, i nostri cattolici, Sindaco, assessori e consiglieri comunali, tutti in processione dietro il feretro del primo grande profugo della storia, il Cristo morto, in ogni Venerdì santo e quando si svolge il “Presepe vivente” a fianco dell’arcivescovo Bruno Forte che spesso parla di accoglienza e solidarietà, possono esultare. Hanno fatto peggio delle amministrazioni di Lodi e di altre città italiane che stanno individuando negli immigrati, non negli evasori fiscali, i corrotti, gli appartenenti alle varie mafie e criminalità organizzate, i loro veri nemici.
    Alcune recenti trasmissioni di “Piazza pulita” che va in onda il giovedì sera con la conduzione del giornalista Corrado Formigli, hanno chiaramente dimostrato che è praticamente impossibile, stante le situazioni di guerra ma anche la mancanza di idonee strutture in grado di fornire le documentazioni richieste, avere dai consolati documenti capaci di attestare che chi chiede case popolari non sia proprietario di beni di varia consistenza economica nei Paesi da cui provengono.
    Con quelli del Centro Africa,dell’Africa sub Sahariana, poi, le cose sono ancor più difficili mancando quei “rapporti di reciprocità” che potrebbero snellire le procedure.
    Quindi, Sindaco, assessore e consiglieri comunali di Chieti che hanno approvato l’aberrante OdG Di Paolo, hanno solo dimostrato di non conoscere i fatti e di aver agito solo perché animati, piaccia o non piaccia sentirselo dire, da un odio profondo nei confronti di chi ha la pelle di un diverso colore, parla un’altra lingua e magari professa un’altra religione, sapendo benissimo, però, di scatenare l’ennesima guerra tra poveri perché solitamente, i benestanti le case popolari non le possono chiedere, non avendo i requisiti necessari.
    A questi amministratori, comunque, vorrei suggerire solo di far fare le indagini per sapere quante case popolari, a suo tempo assegnate seguendo i giusti criteri dei requisiti e titoli, oggi sono utilizzate per dare alloggi agli studenti che, solitamente, pagano non meno di 200-250 € al mese, rigorosamente in nero, per avere un letto su cui dormire.
    Sugli immigrati, vanno anche sfatate le vergognose falsità che molti benpensanti diffondono, sostenendo che ci stanno rubando il lavoro, che sono campati dai nostri soldi ed altre scemenze frutto solo della odiosa propaganda delle destre del nostro Paese.
    Gli immigrati, in Italia, sono il 10,50% dell’intera popolazione. 2,4 milioni lavorano nelle piccole, medie e grandi aziende italiane, nei cantieri,, nei campi, in molte attività oramai rifiutate dai nostri giovani e ragazze. Producono 131 mld di € l’anno, pari all’8,9% del nostro PIL. Versano 11,9 mld di € in contributi previdenziali all’INPS e, di fatto, pagano la pensione, con i loro soli contributi, a 640 mila pensionati italiani. Dichiarano, con i loro 730, 27,2 mld di € e ne versano ben 3,3 di IRPEF.
    Per rendere più complicata la loro vita e quella dei loro cari rimasti nei Paesi di provenienza, il governo dell’”aiutiamoli in casa loro” ha recentemente stabilito, con legge, che oltre a quanto già percepiscono le agenzie di “money transfert”, per ogni trasferimento di denaro, bisogna versare un ulteriore 1,5% che va allo Stato italiano.
    Poiché le rimesse, secondo calcoli mai smentiti, oscillano dai 4,2 ai 4,5 mld di €/a, lo Stato italiano incamera 65 milioni di € che, su un bilancio di 800 mld di € l’anno rappresentano ben poca cosa ma se fossero utilizzati nei Paesi di provenienza di molti immigrati regolari, aiuterebbero coloro che sono rimasti a risolvere diversi problemi, a partire dall’approvvigionamento dell’acqua che, in molti di quei Paesi, può significare molto.
    Quindi, per gli esponenti di questo governo nazionale di destra, l’ “aiutiamoli in casa loro”, disinvoltamente, si trasforma in “rapiniamoli in casa loro”.
    Naturalmente, sempre col Vangelo in una mano e il Rosario nell’altra, come usa fare, senza nemmeno vergognarsi, il felp caporal minore meneghin nutelliano Ministro della Paura.
    E, in periferia, i loro seguaci si comportano, se possibile, ancora peggio.

  4. Mi scuso per l’articolo degli incapaci al governo. E’ stato un deplorevole mio infortunio nella spedizione. Vi chiedo cortesemente di cancellarlo, se ritenete che non faccia parte dei commenti da ospitare sul vostro sito. Grazie.

    1. Gentile Giustino,

      non deve scusarsi. Abbiamo apprezzato ciò che ci ha mandato, le chiediamo se fosse possibile utilizzare le sue informazioni in virtù di un altro articolo.

      Grazie mille.

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