L’ufficio relazioni internazionali della d’Annunzio non funziona o, se lo fa, funziona male. Studenti dell’Erasmus Plus in difficoltà scrivono a Romboweb.

Per uno studente della d’Annunzio, partire in Erasmus (specie nell’ultimo periodo) è diventato un’impresa colossale: tralasciando l’iter burocratico in uffici dislocati senza personale sufficientemente preparato i veri problemi iniziano alla partenza.

Quando uno studente vince la borsa di studio per l’Erasmus + gli si chiede, come prima cosa, di prendere contatti con l’Ufficio Relazioni Internazionali (URI) che sarà il suo punto di riferimento burocratico amministrativo per tutta la durata del soggiorno. Il problema principale riguarda i contributi finanziari che spettano per regolamento agli studenti: ogni ragazzo che sceglie di studiare all’estero ha diritto ad un contributo finanziario proporzionato al costo della vita nel paese in cui si trova (i paesi sono divisi per fasce). Il problema si crea nel momento in cui il contributo non arriva o “arriva male”: fin da subito ci sono stati dei problemi riguardo l’erogazione dei contributi e ad aggravare la situazione ci ha pensato la mancanza di prontezza da parte degli uffici. Situazione già complicata per via del fatto che gli studenti hanno ricevuto la prima parte di contributo a fine novembre o inizio dicembre (a due mesi dalla partenza)  dovendo quindi sostenere da soli le spese.

Non ci sono state risposte alle numerosissime domande e richieste di spiegazioni da parte degli studenti e quando invece sono arrivate (con notevole ritardo) sono state spesso sgarbate. Molti studenti hanno rischiato di dover interrompere la loro mobilità a causa del ritardo dell’erogazione e dagli impiegati dell’URI si sono sentiti rispondere “Dai, resistete un po’” oppure “trovatevi un lavoretto”. In aggiunta alla maleducazione c’è stato un fattore ancora più grave: la disattenzione. Molto spesso infatti sono stati commessi errori nel rispettare gli IBAN forniti dagli studenti scaricando la colpa sugli studenti stessi e lasciando questi da soli a risolvere i problemi.

Quando un’esperienza così entusiasmante e utile diventa una preoccupazione dalla quale si vuole fuggire, allora qualcosa è andato male. Parlare di internazionalizzazione senza avere gli strumenti necessari per attuarla è il sintomo che questa può essere solamente un’università di provincia. 

Redazione Romboweb-Pescara

Carmela Parisi

 

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