Nella remota isola nel sud del Giappone, citata anche dallo scrittore Murakami, vivono circa 120 felini e per gentile concessioneuna ventina di anziani pescatori.
L’isola di Aoshima è un fazzoletto di terra lungo appena 1,6 km, situato nel sud dell’oceano Pacifico e celebre per una peculiarità pressoché unica, comune soltanto all’altro atollo di Tashirojima:
i gatti sono i padroni incontrastati del territorio e dominano in un rapporto di 6 a 1 rispetto agli anziani pescatori che vivono ancora nel villaggio.
La storia del villaggio, citato anche da Haruki Murakami nel suo 1Q84, è particolare: gli abitanti dell’antico e popolato villaggio di pescatori introdussero 380 anni fa un gran numero di felini per far fronte ad un’invasione di topi che infestavano le barche.
Nella seconda guerra mondiale, Aoshima diede ospitalità a molti rifugiati e ai loro amici a quattro zampe, ma il vero boom demografico dei felini è avvenuto negli ultimi due decenni, quando la popolazione umana è drasticamente calata e i territoriali gatti hanno potuto proliferare e dar seguito alle loro politiche imperialiste sull’isoletta. Ad oggi i gatti hanno marchiato con i loro feromoni ogni angolo dell’isola, ma concedono agli umani amanti dei felini di venire in pace a visitare il loro regno, magari in cambio di doni. Aoshima non presenta altre attrazioni: non ci sono infatti negozi, bar e strutture attive.
D’altronde chi ha bisogno di vita mondana di fronte alla possibilità di ingraziarsi più di 120 felini con offerte votive in cibo?