Come hanno accolto gli altri stati? Era già successo ad Haiti, il Sud America attuò delle efficaci strategie di accoglienza e l’occidente restò a guardare.

 

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Gli ultimi attacchi terroristici di Parigi sono andati ad acuire una paura e un pregiudizio tipicamente europei nei confronti degli immigrati. Le parole dei “leader” italiani più esposti verso le politiche di immigrazione come Salvini e Meloni di certo non aiutano fomentando la confusione e il disprezzo verso una popolazione disperata, in fuga da una realtà violenta. Il dibattito politico e sociale è aperto, senza un’apparente conclusione. È campo di battaglia degli schieramenti politici che sfruttano la questione per raccogliere consensi in vista della prossima campagna elettorale.
E mentre ci crogioliamo sull’onda di una deleteria neutralità, assistendo ad una Germania che si “lava la faccia” per questa sua “innata” ospitalità, dall’altra parte del mondo la parola “azione umanitaria” assume un significato ben diverso e riesce a superare ogni strategia politica lasciando spazio all’intervento solidaristico. 
E’ decisamente sconcertante infatti che un popolazione con dei picchi di povertà altissimi come quella brasiliana sia riuscita a intavolare una politica di soccorso concreta per le vittime del terremoto del 2010 di Haiti. Stati Uniti, Canada e Francia furono le mete d’approdo preferite in un primo momento, tuttavia il paese che si fece avanti con onore fu il Brasile riuscendo a dimostrare la sua disponibilità d’accoglienza attraverso un sistema semplice ed efficace che lo pone in forte superiorità rispetto ai paesi più sviluppati economicamente. 
Il meccanismo consisteva nel consegnare una domanda di visto umanitario in un ufficio legale della capitale Port au Prince (Haiti). Questo meccanismo ha favorito una politica di immigrazione che è oggi riuscita a far ospitare anche tantissimi migranti siriani in fuga dal Medio Oriente. Quel visto speciale che permetteva il salva condotto ha permesso di risolvere la delicata situazione di migrazioni di massa. 
Oggi sono 8.000 i siriani che hanno fatto domanda d’asilo ed è proprio in questo momento che ci sia aspetta l’entrata in campo dell’Europa (la vera Europa) per favorire la concessione di visti umanitari per “vie migratorie legali”. Se non si sostengono questi “salva condotti” si  darà man forte ai trafficanti di vite umane perché, come riportato da molte testimonianze, l’unica via per raggiungere la” terra promessa” sembra quella illegale che alimenta il business di criminali, finanziati indirettamente dai nostri paesi.
L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) aprendo un ufficio a Port au Prince ha  permesso agli haitiani di rilasciare la propria  domanda di visto umanitario prima di entrare in Brasile, tentando di arginare così le partenze clandestine. Anche se il Brasile, che prometteva sicurezze e posti di lavoro, e che ultimamente non può più assicurare un futuro stabile per via di un’acuta crisi economica, oggi è quell’occidente, ricco e immobile, a trovarsi dinanzi a questo problema non riuscendo a portare avanti delle politiche decisive, comuni ed immediate per ospitare le popolazioni in difficoltà, così facendo l’Europa ha dimostrato di non aver imparato nulla da questo passato così recente perché i diritti non dovrebbero essere solo d’inchiostro su carta ma dovrebbero essere presenti nella nostra cultura e vivere attraverso la loro applicazione. 

 

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