L’avventura artistica del fotografo Roberto Polillo in una Venezia immortalata “per sbaglio”

Roberto Polillo (Milano, 1946) è un appassionato di informatica e di fotografia: fino al 2015 è stato docente di “Teoria e tecnologia della comunicazione” presso l’Università degli studi di Milano Bicocca.
Attualmente si occupa di progetti di varia natura, dai sistemi operativi alle applicazioni della rete e da diversi anni segue con particolare attenzione l’evoluzione e l’utilizzo del Web finalizzato al miglioramento delle condizioni di vita dei Paesi in via di sviluppo. L’interesse per la fotografia nasce in lui da bambino grazie all’influenza del padre, direttore della rivista “Musica Jazz” sulla quale a partire dal 1962 inizia a pubblicare fotografie di concerti Jazz . Dopo questesperienza pubblica il primo libro fotografico sui suoi ritratti in bianco e nero di grandi artisti, “Swing, Bop and Free, Il Jazz degli anni 60′ “. 
In questi ultimi anni la fotografia di Polillo ha subito una svolta molto interessante a livello artistico: affascinato dalla pittura impressionistica comincia a realizzare, inizialmente per sbaglio, scatti fortemente sovraesposti e mossi, dando l’idea di quadri dipinti sull’obiettivo. Inizia così un progetto, “Impressions Of World”, che ha lo scopo di catturare i luoghi famosi di città e paesi del mondo. Un’ avventura artistica che lo conduce in Marocco, in India, in America e in Italia, ispirato dalle opere di Delacroix, Matisse, Turner, Van Gogh. “Visions of Venice” è il primo Capitolo di questo progetto: Il fotografo è un esploratore del passato che cerca di rendere astratta ed evanescente la realtà moderna. Nei suoi scatti tenta di rivivere i tempi remoti, ossia tutta la meraviglia di quelli che per la prima volta giungevano nelle città dalle architetture visionarie, che nelle sue foto si gettano a capofitto nell’acqua. La tecnica della sovrapposizione è adatta per Polillo a rappresentare le luci, le ombre e le sfumature cromatiche, fino ad ottenere delle suggestioni pittoriche che mettono a nudo una città che sembra sospesa nel tempo.
Dietro l’impressionismo pittorico del fotografo si cela la casualità che interviene in modo creativo: utilizzando tempi lunghi d’esposizione e muovendo la macchina fotografica Polillo immortala oggetti e momenti non previsti nell’inquadratura
Dice il fotografo: «Oggi la fotografia impressionista è stata abbastanza squalificata, forse perché il mondo è molto complicato e diventa sempre più pericoloso. Sembra sbagliato sfuggire nel sogno, è preferibile lavorare per migliorare la realtà. Tengo a precisare questo: le mie fotografie non vogliono essere una fuga dalla realtà, non è il lavoro dell’artista che si nasconde nella torre d’avorio. Però, cinque minuti al giorno, dobbiamo sognare. Io dico che per cinque minuti al giorno bisogna uscire a vedere le stelle, perché non possiamo perdere questa dimensione di fronte ad una realtà così complicata, così difficile. Quella del sogno è un’esigenza della natura umana».

Martina Contarato

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