Nella conferenza stampa di ieri, Caputi ha spiegato la posizione dell’ateneo nella vicenda Ex Cofa: “L’Università non farà nulla che non sia condiviso dalla città”


A Chieti ci spalancano le braccia, qui (Pescara) abbiamo trovato qualche difficoltà”

Le parole del Rettore Caputi.

Pescara. Dopo la conferenza stampa del Rettore e l’uscita pubblica, nello stesso giorno, del direttore del Dipartimento di Architettura Paolo Fusero che attraverso il suo blog ha spiegato la posizione dell’ateneo e la fattibilità della delocalizzazione dell’università.
Nonostante l’appoggio politico del centrodestra, in Regione e in Comune, e il probabile interesse dei privati, la strada verso l’acquisto dell’area dell’Ex Cofa è sempre più in salita.

Caputi apre la conferenza ricordando il momento in cui si è arrivati all‘ipotesi acquisto dell’Ex Cofa: un articolo di giornale, datato al 2018, indicava le aree messe in vendita e utilizzabili per dare spazio al cemento, per “allargare” le sedi universitarie pescaresi.


L’ Università non farà nulla che non sia condiviso dalla città“, afferma Caputi in posizione di difesa.


“Allargarsi” in quanto, stando alle parole del Rettore, la sede attuale in viale Pindaro non è idonea per un’università, non è consona per un ateneo che mira verso l’espansione balcanica. Nelle attuali strutture sarebbe più opportuno ospitare degli uffici (magari quelli della regione); ad esempio, quando vengono invitati degli ospiti, il Rettore “evita di venire con loro qui (Pescara)” e preferisce mostrare il grande campus di Chieti scalo.
L’area di viale Pindaro a Caputi proprio non piace, “gli studenti quando arrivano in università vedono solo una strada trafficata”. Quindi c’è bisogno di cambiare, “di stare al passo con i tempi” e l’Ex Cofa sembrerebbe la scelta più ricercata da parte dell’amministrazione dell’Università, l’importante è che non si crei un altro “Ecomostro” (probabilmente il Rettore qui fa riferimento alla struttura di Pescaraporto).
L’Ex Cofa, continua Caputi, rientrerebbe nel piano “imprenditoriale” della d’Annunzio: dal progetto pilota delle plastiche nei mari fino alla Rete delle Università per lo sviluppo sostenibile (RUS).

Ma Caputi è stato chiaro sulla questione:

O spostiamo tutto da un’altra parte oppure restiamo in Viale Pindaro. Ho ricevuto solo un mandato esplorativo. Abbiamo iniziato ad investire sulla sede di Viale Pindaro ma vorremmo allargarci. C’era un progetto per una Pindaro 2 ma ci sono problemi geologici su quei terreni”

Nonostante alcuni punti ancora poco comprensibili, come il parere del Provveditorato e lo scambio di missive tra Comune e Regione (sul rischio esondazione), Caputi ha voluto mettere dei punti fermi sulla vicenda e sul progetto “ancora in fase embrionale”. 
“Non si possono avere due sedi su pescara, le spese sarebbero esorbitanti”, con questo si stabilisce che nell’Ex Cofa si dovrebbe trasferire l’intera sede oggi presente su viale Pindaro (quindi non una sola facoltà o solo il Politecnico); l’altro punto su cui Caputi si è più volte soffermato è che attualmente non c’è un progetto completo e quindi sarà difficile capire se quell’area potrà ospitare tutti i corsi di laurea della sede pescarese compreso il maxi Auditorium da 1200 posti, promesso dal comune di Pescara.

Chi, più di Caputi, ha saputo dare una spiegazione valida sulla vicenda indicando i pro ed i contro è stato il professor Fusero. Secondo l’architetto il rischio non vale molto l’impresa. “La complessità politico amministrativa di quest’area potrebbe dare incertezza sui tempi di realizzazione delle opere.” Troppa incertezza, sottolinea Fusero. Il quale non dimentica tutto il mercato che in questi anni si è sviluppato intorno a Viale Pindaro: attività di servizio, esercizi commerciali, spazi di relazione, case in affitto, “e spostarsi in una nuova parte di città significa rimettere in moto da capo il meccanismo e naturalmente ci vuole tempo per metterlo a regime”.

Le parole di Caputi, piene di ottimismo, non hanno menzionato un particolare della vicenda in cui Comune e Regione sono i personaggi principali (ma anche la d’Annunzio).
Le lettere del coordinatore del Settore programmazione del territorio e anti abusivismo Gaetano Silveri indirizzata alla Regione Abruzzo e al direttore generale del Comune (a quanto pare presente anche nei cassetti dell’ateneo). Nelle lettere Silveri avvisa gli enti menzionando il PSDA, il piano stralcio di difesa dalle alluvioni, che indica l’area dell’Ex Cofa (intorno alla foce del fiume Pescara) ad altissimo rischio esondazione.
Di questo non si è parlato nella conferenza stampa di ieri.

Redazione Romboweb Giornale studentesco universitario
Claudio Tucci

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