Scrive Ilenia, studentessa: “È aprile del 2020, per tanti un anno di successi, per altri un anno discutibile”.

È aprile del 2020, per tanti un anno di successi, per altri un anno discutibile.
Sono qui, sul mio balcone, e sono le 21:18 circa, e siamo nel bel mezzo di una pandemia. Ho dinanzi a me un calice di vino, lo sorseggio, e nel contempo mi ricordo di essere in piena primavera. Una primavera alquanto strana quest’anno, una primavera senza odori, senza colori,una primavera che non tarda ad arrivare, ma che non porta il solito buon umore, la definirei una primavera <<asintomatica>>.

A tal proposito mi giunge tra i ricordi un quadro, un quadro studiato all’università, intitolato “Postumi di una sbornia” di Toulouse-Lautrec, il quale evase dalla società di fine ‘800 per rifugiarsi in un mondo equivoco fatto di barboni ed ubriachi. Con loro si sentiva normale, era felice, condivideva la sua affettività. Si vede nei colori e nella forza dei tratti, nello sguardo struggente, la malinconia che gli logora l’anima.
Questo è tutto ciò che sta accadendo a noi, nel ripensare ad un ricordo di un solo anno fa, ci giunge al petto una forte malinconia, nostalgia di quel tempo, che ormai sembra essere distante anni luce da noi.

E allora cosa faccio?
Riprendo il mio bicchiere, sorseggio ancora del vinoe mi godo il silenzio che non si sentiva più da tempo!

Ilenia Fiscante

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