Alfonso Tricarico (Consulta) : Dobbiamo tenere duro ed evitare la paralisi dell’università. Se queste faccende toccheranno gli studenti noi rappresentanti saremo pronti a reagire manifestando

L’università d’Annunzio in questi giorni sta vivendo un caso senza precedenti. Mai nella storia delle università d’Italia è avvenuto un caso identico: Rettore e Direttore generale interdetti dagli uffici per 6 mesi. L’interdizione dai pubblici uffici, nel sistema penale italiano, prevede che l’interdetto perda (temporaneamente o perpetuamente) la capacità di esercitare diritti e assumere incarichi o uffici di natura pubblicistica. Il tribunale, qualche  giorno fa, notifica la sentenza di interdizione e l’Ud’A, di conseguenza, è senza vertici, perdendo il Rettore e il Direttore generale.

Adesso ad entrare in gioco è lo Statuto della d’Annunzio ovvero la carta che contiene i principi generali di organizzazione e di funzionamento dell’Ateneo, simbolo della piena espressione di autonomia. Il comma 3 dell’art. 18 prevede che se si verifichi, per qualunque ragione, l’anticipata cessazione del Rettore dall’ufficio, le funzioni del rettore sono temporaneamente esercitate dal Decano dei professori di prima fascia e nel nostro caso è il professor Vacca. La nomina di Vacca necessiterebbe di un parere vincolante del Miur il quale dovrebbe esprimersi necessariamente sulla questione perché il Decano è stato nominato con decreto di Rettore già interdetto. Più complessa è la nomina del vicario Direttore Generale.

La paura è che possa scorrere troppo tempo facendo sprofondare la d’Annunzio in una paralisi degli organi amministrativi. Lo afferma Alfonso Tricarico, Presidente della Consulta degli studenti “Scrivere un comunicato stampa sarebbe stato inutile. Nessun giornale si interessa di cosa pensino realmente gli studenti Ormai la d’Annunzio sembra essere da qualche tempo l’argomento preferito della stampa locale e infatti A. Tricarico continua dal 2015 i consigli di amministrazione saltano per questioni legate a queste faccende paralizzando di fatto l’università. Questi colpi di coda li subiscono gli studenti con disservizi e rallentamenti imperdonabili”, infatti se il Consiglio di Amministrazione, organo fondamentale per il funzionamento dell’università, cessasse di lavorare anche temporaneamente la d’Annunzio si paralizzerebbe. Rischiamo inoltre che questa faccenda leda noi studenti e il nome della nostra università, cosa che svaluterebbe ulteriormente i nostri titoli di studio. Un declassamento sarebbe imperdonabile e noi rappresentanti saremo pronti a reagire manifestando

Queste parole sono di Alfonso Tricarico, una voce che non può rappresentare l’amministrazione (1500 dipendenti), non può rappresentare il Rettore e il Direttore generale, ma rappresenta certamente 27 mila studenti. Una voce che in queste circostanze non può essere eco di fondo impercettibile ma deve ruggire fuori da ogni coro di lotte intestine.

Redazione Romboweb

Jacopo Bassetta

 

 

 

 

 

 

 

 

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