La redazione si è interfacciata con le varie aree di studio dell’Università “G. D’Annunzio” intervistando i vari rappresentanti. Davvero tutto funziona così come dovrebbe?

La pubblicazione di un avviso sul sito dell’Università “G. D’Annunzio” Chieti-Pescara, nella data del 2 novembre 2020, ha creato non solo confusione tra gli studenti laureandi, ma anche l’ennesimo enorme carico di stress per i Rappresentanti degli studenti. I dubbi, che hanno portato anche la redazione a cercare risposte, nascono dall’esperienza degli studenti che nonostante avessero fatto richiesta per la discussione di tesi di laurea in presenza, sono stati comunque aggiunti nel canale lauree Teams. È a tal proposito che ci si chiede se davvero tutto funziona così come dovrebbe: è una mancanza dello studente non recepire chiaramente i messaggi o è l’università incapace di rendere chiaro quanto ha da comunicare?

Confusione anche tra i tirocini dell’area medica

Nonostante le nuove disposizioni del 16 novembre 2020, emanate in seguito alla collocazione della Regione Abruzzo nella “zona rossa”, sembrino essere chiare, la confusione non manca, soprattutto in riferimento ai tirocini abilitanti dell’area medica.
In base a quanto scritto nel comunicato emanato questa mattina dall’Ateneo, i tirocini curriculari abilitanti saranno svolti in presenza quanto in remoto, ma in mancanza di un avviso ufficiale sulla bacheca degli studenti dell’area medica, gli stessi chiedono di poterci capire di più. Ciò che gli studenti infatti temono, è che si ripresenti la stessa situazione già vissuta a marzo: ovvero che la disorganizzazione da parte della Presidenza della facoltà di medicina, nonostante i numerosi solleciti, abbia fatto sì che gli studenti si trovassero costretti a muoversi autonomamente. Poiché ad oggi la situazione sembra richiamare quanto avvenuto precedentemente durante la prima ondata pandemica, non solo la Presidenza, ma anche l’intero organo universitario, avrebbe dovuto essere già pronto alla nuova fase epidemiologica.

Ciò che ne consegue è semplice: gli studenti hanno bisogno di trasparenza, di potersi affidare ad un’università capace di saper gestire le informazioni a loro necessarie. Hanno bisogno di sapere che, nonostante il periodo storico mondiale certamente non semplice, il loro percorso universitario possa continuare nel migliore dei modi, senza intoppi e confusione che andrebbero a peggiorare il tutto. I Rappresentanti, dal canto loro, hanno bisogno di svolgere il proprio lavoro in totale serenità magari senza ritrovarsi saturi di compiti che non spetta loro svolgere. Alla base di ogni problema vi è sempre una soluzione, soluzione che tanto gli studenti quanto i rappresentanti chiedono di trovare all’intero apparato universitario: basta ricordare, infatti, di avere a che fare con chi quest’università la fa vivere ogni giorno per capire che bisogna impegnarsi per non tralasciare informazioni fondamentali necessarie al proseguimento e alla crescita individuale tanto quanto istituzionale.

La testimonianza dei rappresentanti: «Se non ci fossimo noi Rappresentanti a diffondere ovunque il tutto, nessuno studente saprebbe mai cosa succede»

Ciò che è caduto subito all’occhio è certamente l’incapacità della d’Annunzio nel riuscire a gestire per tempo e in maniera esaustiva le varie informazioni provocando così un effetto domino che porti a far ricadere ogni responsabilità sui Rappresentanti. Dopo aver ricevuto direttamente richiesta di chiarimenti, si è così deciso non solo di andare in fondo alla questione per cercare di capire cosa si celasse dietro a questa opacità, ma anche di intervistare direttamente coloro che, ad oggi, sembrano svolgere quel ruolo non dedito a loro.

«È assurdo che gli uffici di Ateneo scarichino l’uno sull’altro le proprie responsabilità e competenze e alla fine invochino la trasmissione orale delle informazioni da una generazione all’altra di studenti per opera dei Rappresentanti. Gli stessi uffici, inoltre, non sanno rivolgersi alla loro utenza con chiarezza e spesso non sono trasparenti nelle pratiche studenti, dando luogo perfino a pratiche e trattamenti diversi da segreteria a segreteria. Inoltre, il sito universitario è male organizzato: pagine vengono cancellate o modificate e la manutenzione di molte  appare carente. Per trovare le informazioni in questo caos occorre diventare maestri nell’arte di arrangiarsi, per non parlare del fatto che in alcune pagine sono scaduti i certificati.Noi rappresentanti ci esponiamo e lavoriamo non per fare un torto a qualcuno ma proprio perché consideriamo l’Ateneo la nostra casa e vogliamo che offra il meglio agli studenti e che cresca con loro.»

Queste le parole di chi, stremato dalle continue richieste di chiarimenti, sostiene che il problema risiede tanto nella mancanza di comunicazioni precise,quanto nella loro diffusione: entrambe cose che lasciano spazio a mal interpretazioni. Stando a quanto riportato nell’intervista inoltre, anche la poca chiarezza dei collaboratori dell’Ateneo, sprovvisti anche loro di precise risposte,  porta a far ricadere il tutto su chi si ritrova costretto ad assumere un ruolo di mediatore delle informazioni. Le stesse informazioni che, se non venissero distribuite in questo modo, probabilmente rimarrebbero delegate al sito ufficiale.

«Il problema risiede nel fatto che non ci sono comunicazioni precise e che le stesse non vengono date per tempo. Se non ci fossimo noi Rappresentanti a diffondere ovunque il tutto, nessuno studente saprebbe mai cosa succede. Noi siamo oberati proprio per questo: le informazioni sul sito sono difficilissime da reperire per quanto riguarda praticamente ogni cosa, è il nostro compito fare chiarezza, ma non ci arriviamo più.»

Ciò che preme sottolineare e che è stato sottolineato all’unisono dai Rappresentanti, è proprio questo: non ci sono comunicazioni precise. Alla domanda se questa situazione fosse scaturita solo ora, la risposta è stata all’unisono: l’attuale situazione di confusione generale è sempre stata presente all’interno dell’Uda infatti, ma solo ultimamente, a causa dell’emergenza epidemiologica e delle modifiche apportate all’apparato universitario, è diventata insostenibile. Il cambio di idee, di ordinanze e disposizioni non rende la vita facile a nessuno, ma ciò che si chiede alla D’Annunzio non è certamente cosa impossibile.
Se, infatti, il compito dei Rappresentanti è proprio questo, ovvero fare chiarezza, dall’altra parte non spetta di certo a loro gestire le informazioni necessarie per la carriera di ogni singolo studente.

Redazione Romboweb – Anna Alisea Lauria

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