Disagi, applicazione confusionaria e lamentele: la ripresa della didattica rischia di essere un flop per gli studenti

Il Senato Accademico ed il Consiglio di Amministrazione nel giorno 15 settembre 2020, hanno deliberato con una serie di regole la ripresa delle attività didattiche in riferimento alla Fase 3 dell’emergenza epidemiologica. Ciò che salta subito all’attenzione però è il ritardo con cui la d’Annunzio ha deciso di muoversi: l’inizio delle lezioni infatti è stato
fissato al 12 ottobre 2020 per gli insegnamenti semestrali e al 3 novembre 2020 per quelli annuali. Queste ultime, fino a nuove disposizioni, saranno erogate sincronicamente sia con l’attività didattica in presenza sia in remotosull’apposita piattaforma di Teams. Registrarle è possibile, ma in modalità audio e solo per soddisfare la propria preparazione. Lo studente che invece decidesse di usufruire della registrazione avviata dal docente deve tenere presente che la durata di questa sarà di soli 2 giorni. Coloro che vorranno seguire in presenza devono invece fare i conti con una prenotazione settimanale: infatti tramite l’applicazione dell’Ateneo, dalle ore 8.00 alle ore 24 del venerdì, sarà possibile registrarsi alle attività didattiche in presenza della settimana successiva. È la stessa applicazione
che crea delle liste d’attesa e gestisce lo scorrimento degli studenti interessati.
Se per tre volte consecutive lo studente dovesse non presentarsi, senza una valida giustificazione mostrata al docente, non può accedere al successivo turno settimanale. Tutto è giornalmente verificato con un appello del docente ed è possibile disdire la prenotazione già effettuata a beneficio dei colleghi.
Le Strutture Didattiche dovranno avere cura di assegnare la stessa aula settimanalmente allo stesso gruppo di studenti allo scopo di ridurre gli spostamenti e di garantire una continua sanificazione.
Per gli studenti diversamente abili l’unica premura è quella di registrarsi entro il giovedì della settimana antecedente.
Gli orari delle lezioni, stando alla nota del Ministro Manfredi del 4 maggio 2020, hanno avuto un ampliamento degli orari e dei giorni, comprendendo il sabato ed estendendosi dalle ore 9.00 alle ore 20.00.
È stato deliberato anche che gli studenti pre-immatricolati, ovvero coloro che seppur registrati sul Portare dell’Ateneo non abbiano ancora terminato l’iscrizione né pagato la prima rata, non potranno accedere alla modalità in presenza, ma per loro sarà comunque possibile seguire in remoto le lezioni fino al 5 novembre 2020 (termine della scadenza).
Chiunque potrà preventivamente scegliere la modalità di frequenta grazie all’introduzione di un item aggiuntivo denominato dalla procedura ESSE3 “questionario”.
Per quanto riguarda gli esami non vi sono particolari novità: le prove di profitto scritte saranno obbligatoriamente in modalità online e, nel caso di deroghe, autorizzate preventivamente dal Magnifico Rettore. Gli esami orali saranno a scelta dello studente, specificando entro i 5 giorni precedenti la modalità scelta. Nel caso di studenti con disabilità si potranno concordare modalità personalizzate.
Tasto dolente sono i tirocini: quelli nell’area sanitaria, con annesse esercitazioni e laboratori, saranno esclusivamente svolti in presenza con la massima attenzione delle misure di sicurezza e per tutta la loro durata. I tirocini che non riguardano invece l’area sanitaria potranno essere svolti in presenza o da remoto, a discrezione della valutazione da parte dei tutor delle misure di sicurezza offerte allo studente dall’ente ospitante.
Nel caso dei laboratori da svolgere necessariamente in presenza, la questione non è però così semplice: gli studenti pendolari infatti, a causa dei problemi inerenti ai trasporti, spesso non riescono a gestire adeguatamente gli orari e, non potendo sostare in università, rischiano un ritardo. Ritardo certamente non voluto che, ai docenti noncuranti della cosa, non va comunque giù. Una maggiore comprensione sarebbe certamente cosa gradita.
A riaprire quasi definitivamente, nonostante l’ingresso contingentato, sono state le biblioteche: si possono ritirare i testi richiesti e studiare in loco, a patto che vi sia una prenotazione antecedente. Saranno possibili anche gli incontri tra studenti e docenti con precedente appuntamento e nella modalità scelta dallo studente.
Specializzandi, dottorandi e assegnisti svolgeranno in presenza le loro attività.
Questo è quanto deciso seppur mancano ancora i vademecum pratici su come si accederà al Campus universitario per la didattica a distanza, cosa che lascia campo aperto a molti dubbi e possibili disagi per lo studente.

Si può considerare sicuro che la ripartenza sia stata all’insegna di una didattica qualitativa? Ma soprattutto, si è certi che ogni studente riuscirà a mantenere il passo in questo nuovo e digitale mondo accademico?
La risposta non si lascia attendere e le prime lamentele hanno già contornato questa prima settimana di lezioni. Se da un lato infatti ci sono studenti felici del fatto che non ci si debba necessariamente recare in presenza in ateneo, dall’altro chi vorrebbe seguire ha riscontrato non pochi problemi con l’applicazione.

L’accesso, soprattutto nei primi giorni, è risultato difficile se non addirittura impossibile e molti sono stati coloro che non riuscendo ad effettuare una prenotazione, hanno dovuto ripiegare sulla modalità in remoto. Quest’ultima cosa a quanto pare non è andata per niente giù agli studenti che, grazie alle recensioni online sull’applicazione Ud’A Prenota, hanno valutato il tutto assolutamente insufficiente e scadente.
Le prime considerazioni non sono prettamente positive quindi e i problemi della D’Annunzio non si lasciano attendere. Certo, c’è da considerare che sia le nuove misure cautelari sia la gestione dell’applicazione dedita alle prenotazioni siano cosa nuova, ma se ci fosse alla base anche e soprattutto una forte incompetenza di fondo nel saperlo fare?
La digitalizzazione infatti, a quanto pare, non è esattamente il punto forte
della D’Annunzio e i dubbi degli studenti permangono. Le speranze che le cose possano con il tempo migliorare diventano ogni giorno più labili. Chissà se questa università riuscirà mai a sorprendere in positivo: per il momento, tra mancanze e poca professionalità, non resta che augurarle un futuro migliore e, magari, più organizzato.

Romboweb – Anna Alisea Lauria

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