Il “Regolamento tasse e contributi universitari” pubblicato il 27/07/2020 apporta diverse novità nel sistema tassativo universitario, scopriamo in quali casi e come.

Ai sensi della Legge 232/2016 gli studenti universitari partecipano alla copertura dei costi e dei servizi dell’Ateneo con i contributi universitari che possono variare a seconda di diversi elementi: requisiti di merito, status dello studente, numero di anni di iscrizione, corso di studi di appartenenza e valore ISEE.
L’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) è indispensabile per l’accesso alla riduzione del contributo annuale rispetto all’importo massimo previsto; questo è possibile attraverso l’istituzione del NO TAX AREA (un sistema contributivo di calcolo basato sui requisiti di reddito), che va a differenziare gli studenti in diverse fasce.

Rispetto all’anno accademico 2019/2020, grazie anche all’impegno dei rappresentanti dell’associazione 360Gradi, vi sono state novità e il sistema contributivo risulta essere cambiato. Un esempio è il sopracitato NO TAX AREA che ha permesso l’ampliamento della fascia di reddito minima a 20.000 euro (invece dei 13.000 dello scorso anno) determinando l’azzeramento e alcune diminuzioni delle tasse per le famiglie al di sotto dei 30.000 euro annui.
Spesso, chi si approccia per la prima volta con questi dati ha difficoltà nel recepire le divisioni che possono essere applicate alle fasce, a partire dall’ammontare della riduzione totale del contributo per finire con la temuta data di termine massimo dei pagamenti. Ecco quindi la generale spiegazione di come funziona nel concreto il pagamento e di come vengono distinte le varie fasce di reddito.

L’Ateneo mediante prelievo telematico e precedente autorizzazione dello studente interessato provvede autonomamente, attraverso la D.S.U (l’autocertificazione dei redditi familiari) non solo all’acquisizione diretta delle Attestazioni ISEE-U (ISEE in ambito universitario), ma anche a definire la fascia di reddito con i conseguenti pagamenti.
Per quest’anno accademico, rispetto al 2019, nuova è l’applicazione di un sistema totalmente proporzionato al reddito dello studente, è stata infatti effettuata un’ulteriore divisione tra le fasce di reddito, ne vengono indicate cinque:

  • I fascia: dai 20.000 ai, uguali o inferiori, 22.000 con la riduzione del contributo annuale dell’80%;
  • II fascia: dai 22.000 ai 24.000 con la riduzione del contributo annuale del 50%;
  • III fascia: dai 24.000 ai 26.000 con la riduzione del contributo annuale del 30%;
  • IV fascia: dai 26.000 ai 28.000 con la riduzione del contributo annuale del 20%;
  • V fascia: dai 28.000 ai 30.000 con la riduzione del contributo annuale del 10%.

L’ISEE-U deve essere presentato precedentemente alla domanda di immatricolazione o iscrizione, in caso contrario verrà indicata una maggioranza da pagare. Inoltre, sono previste borse di studio rilasciate dall’azienda per i diritti degli studenti (ADSU) che arrivano a coprire l’esonero totale del contributo nel caso in cui si rientri in tutti i criteri.
Quest’anno risulta esserci stato un aumento progressivo delle tasse che però sembra incidere solamente sulle fasce di reddito annuo pari a 40.000 euro, sugli studenti inattivi e su coloro che andranno a iscriversi al secondo anno fuoricorso. Per gli studenti di odontoiatria e protesi dentaria, invece, il sistema di pagamento e di tassazione segue le stesse regole, ma con una differente fasciazione.

Le direttive per la tassazione e per la burocrazia universitaria cambiano di anno in anno, per riuscire ad avere un quadro generale e chiaro è fondamentale informarsi e stare ben attenti alle novità.

Redazione Romboweb – Michela Mazzaferro

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