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Quali scenari attende l’università italiana con il test di medicina alla francese? E la d’Annunzio è pronta? 

Nei mesi precedenti molte notizie sono rimbalzate sui fronti istituzionali e universitari per quanto concerne la prova di accesso ai corsi di medicina: il ministro Giannini profilava l’interesse di accantonare il vigente sistema di accesso ai corsi universitari a numero chiuso a favore di un nuovo sistema ispirato al celebre modello francese con l’inserimento di peculiarità tutte italiane.

Il modello francese non elimina il test di ingresso ma lo sposta alla fine del primo anno di università. L’attuale prova vigente in italia si è dimostrata altamente inadeguata perché non accerta la vera preparazione dell’aspirante medico e sarebbe in questo senso auspicabile un modello alla francese, perché gli studenti verrebbero testati sulle materie studiate durante l’anno.
Purtroppo non siamo in Francia. Qui il numero dei posti disponibili, per l’ondata di matricole che farebbe nascere questo sistema, è di gran lunga inferiore. Moltissimi atenei in Italia, come il nostro, non hanno spazi e risorse sufficienti per poter ospitare un numero esponenziale di candidati al percorso medico. Oltretutto, eliminando il test e inserendo la prova di sbarramento al termine del primo anno di studi, verrebbe meno in quel periodo la qualità della formazione, in quanto il sovraffollamento delle aule in Italia, con tale sistema, diventerebbe un rischio da non sottovalutare.

Non è chiaro poi se il metodo a cui si ispira il ministro Giannini vada applicato anche ad altri corsi a numero chiuso e non si conoscono nemmeno le intenzionalità delle procedure di sbarramento. Per ora è solo un’idea.

Un sistema che premia i costi standard e incita gli atenei per fare gara a chi risparmia di più è un sistema da cui prendere le doverose distanze. Molti sono dubbiosi di questa “buona fede” nel metter mano continuamente al sistema, sta di fatto che con il metodo alla francese le porte delle università si spalancheranno a tantissimi studenti… Non è che qualcuno vorrebbe solo far cassa da questa faccenda? Ministro Giannini ma se abbattessimo notevolmente le tasse universitarie inerenti al primo anno? Cosa succederebbe?

Lorenzo Battestini e Alessio Di Lanzo

 

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