Soldi da restituire: in un contesto in cui la regione non dispone di fondi necessari è allarme anche dalla Commissione europea: Le regioni spendono poco, in Abruzzo la spesa è pari a zero.

Dopo l’indifferenza mostrata nell’ultimo Consiglio Regionale nei confronti del diritto allo studio, la Regione Abruzzo si rende nuovamente protagonista per le sue scelte sbagliate anche a livello internazionale. Secondo gli ultimi dati pubblicati dalla Commissione europea, l‘Abruzzo è infatti tra le regioni che spende di meno per il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e per quello sociale (FSE).
La Regione si pone su una linea di continuità rispetto al territorio nazionale: l‘Italia risulta ancora ferma ad un tasso di spesa fra il 5 e il 7% (contro una media UE del 9,7 e del 12%).

Il quadro che emerge è quello di un’Italia che spende pochissimo dei fondi destinati alle regioni, un dato accompagnato da quello del Fondo di sviluppo sociale, che si ferma ad una spesa media ferma al 7% dei 17,7 miliardi totali previsti.
Un quadro definito ulteriormente dal forte immobilismo politico di  regioni come la Sicilia e l‘Abruzzo; entrambe hanno infatti una spesa per il Fondo europeo di sviluppo regionale pari allo zero per cento. L’ Abruzzo è nei fanalini di coda anche per il Fondo di sviluppo sociale, con una spesa pari al 2%.

Cosa rischia la Regione Abruzzo?

A quanto pare i fondi ci sono ma la regione non conosce come spenderli. Il rischio è quello di perdere milioni di euro dei fondi stanziati dall’UE. Le nuove regole in vigore, nell’ambito del quadro finanziario 2014-2020, obbligano le autorità nazionali a rispettare determinati target di spesa. In sostanza, se entro la fine dell’anno le autorità nazionali non rendiconteranno un budget di investimento che rispetti le soglie minime, scatterà il disimpegno automatico e l‘Italia perderà i fondi non spesi.

La Regione Abruzzo prima o poi dovrà tener conto di dati così tanto allarmanti, che evidenziano una cattiva gestione dei fondi sia sul piano statale (basti guardare i 2041 studenti universitari senza borsa di studio) che su quello europeo. Perdere finanziamenti provenienti dalla Comunità europea significa anche non avere un supporto straordinario alla spesa ordinaria, ed implica una forte limitazione negli investimenti statali, andando a ricorrere ai soliti tagli sui servizi fondamentali per i cittadini, dagli anziani fino agli studenti.

Romboweb Abruzzo – Claudio Tucci

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