Il governo Lega-M5S vuole introdurre il prestito d’onore per gli studenti in difficoltà economiche. Ma la tragica esperienza americana mette in risalto uno strumento inutile e dannoso non solo per gli studenti

Dopo lo smantellamento di uno dei punti cardine della “Buona Scuola” renziana, il neo Ministro dell’Istruzione Bussetti sta valutando la possibilità di introdurre il prestito d’onore per gli studenti in difficoltà economiche. Un questionario, commissionato dal Miur Social e realizzato dalla società Pwc (un network internazionale, operativo in 158 Paesi), sta circolando per gli atenei italiani per valutare la risposta degli studenti ad una simile proposta; un questionario che, guarda caso, ha coinvolto solo le Università del Sud Italia, nelle Regioni più colpite dalla disoccupazione giovanile, terreno fertile per speculare sulla condizione di una parte d’Italia in cui sarà più difficile liberarsi dal debito contratto.

Cos’è il prestito d’onore? Un’arma fallimentare per affossare gli studenti. Il caso americano ne è la dimostrazione.

Il prestito d’onore, o “debito studentesco”, è una formula di finanziamento accessibile a diverse tipologie di utenti. Uno dei casi in cui è possibile richiedere un prestito d’onore è legato agli studenti che possono ottenere tale di finanziamento per coprire le spese di formazione. Gli importi del prestito d’onore per studenti variano a seconda dell’Istituto di credito e, mediamente, la cifra che viene erogata si aggira intorno ai 5 mila euro annui che poi dovrebbero essere autonomamente saldati dallo studente una volta terminata la carriera universitaria. In teoria il “debito studentesco” sembra rappresentare un’ottima opportunità per gli studenti che difficilmente possono permettersi il percorso di studi universitario ma nella pratica i risultati descrivono un sistema inutile e altamente dannoso anche per l’economia nazionale e per le famiglie. Un esempio su tutti è quello americano:

Negli Stati Uniti i dati legati al prestito sono inquietanti: il debito universitario studentesco americano, fino al 2017, era pari a metà di quello pubblico italiano. 1300 miliardi di dollari è la cifra spaventosa del debito accumulato dagli studenti e le rispettive famiglie, un debito che ha colpito 42,4 milioni di cittadini statunitensi, dicono i dati del Department of Education, ossia circa un settimo della popolazione (con una media per studente di circa 30 mila dollari). Gli effetti sono devastanti, sia per l’economia nazionale sia per gli studenti americani che divenuti insolventi rischiano di non poter essere assunti in un nuovo posto di lavoro, di vedere decurtati gli accantonamenti per la pensione e perfino di non riuscire a acquistare casa.

Gli studenti hanno davvero bisogno del prestito d’onore?

A questo punto ci si chiede: ma è davvero questa la soluzione per migliorare la situazione universitaria italiana?
No, perché oltre alla tragica esperienza americana, in Italia i problemi legati al diritto allo studio sono altri e molto più importanti. Delegare alle banche ciò che lo Stato non riesce a tutelare non è una soluzione. Nonostante sia presente una rigorosa letteratura scientifica-economica che accerta la fallacia di questo strumento, definito dal governo come “un supporto complementare al diritto allo studio”, il MIUR ha deciso di spingere verso l’inserimento del prestito d’onore senza consultare gli organi di rappresentanza studentesca. Quest’ultimi si sono da subito espressi contrari a tale istituzione facendo notare le reali problematiche del sistema universitario italiano.
Dati alla mano, l’Italia spende solo lo 0,9% del PIL certificando un distacco drammatico nel rapporto con altri Paesi: una spesa che fa crollare la formazione universitaria italiana agli ultimi posti tra i 40 paesi OECD (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico).
Ma a quanto pare questi dati non esistono e sembrano non avere alcuna valenza oggettiva; l’attuale governo costruisce castelli senza alcuna ragione, senza considerare minimamente le reali condizioni del diritto allo studio nelle Università italiane. La non scienza continua a guidare tutte le scelte politiche con proposte messe sul bancone come la merce al mercato: il prestito studentesco non è una soluzione, è più che atro una perdita di tempo che ostacola qualunque dibattito politico sulle effettive problematiche della realtà universitaria.
Il vero problema è che si continuano ad ignorare le cause. Non si ricerca il perché, ad esempio, di come la tassazione universitaria sia salita in soli dieci anni: se nel 2005 la tassa media nazionale era di 775 euro, nel 2015 la spesa dello studente sfora i 1250 euro circa registrando un aumento del 61%.
Oppure si continua a chiudere gli occhi su come il sistema produttivo da almeno sessant’anni segua un ormai superato “modello di sviluppo senza ricerca”, altro tasto dolente del sistema Istruzione “all’italiana”.

Redazione Romboweb

Claudio Tucci

 

 

2 pensiero su “Prestito studentesco: come delegare alle banche ciò che lo stato non riesce a tutelare”
  1. Buon pomeriggio sono Eleonora e sono iscritta all’università di medicina veterinaria. Vorrei esprimere il mio parere su tale argomento: la mia famiglia non può sostenermi le tasse universitari, poiché sono entrata con gli scorrimenti per via del test di ammissione, ho perso il diritto alla borsa di studio adisu puglia. La verità è che la cosa che fin oggi mi ha danneggiato sono i test di ammissione alle università, questo problema non è presente per chi sceglie di studiare materie umanistiche. Vorrei fare dei chiarimenti il test di ingresso non determina se tu sarai o meno un buon medico è tutto il lavoro dei 5 anni di studio che lo determinerà questo. Quindi togliete i test di ingresso, perché non hanno valore per uno studente che ad esempio ha fatto il professionale non è mai stato preparato ai test, non gli e5 mai stato detto nulla a riguardo, non viene informato, e non ha le basi per fare un tale test. Mentre gli studenti del liceo scientifico si non capisco queste differenze!! Anche chi studia nei professionali vorrebbe migliorare la vita come è accaduto a me!! Ho avuto crisi di autostima perché non sono stata seguita da professori Seri alle superiori!! Questi sono i diritti di uno studente innanzitutto : UGUAGLIANZA TRA STUDENTI, INFORMARE GLI STUDENTI, DOCENTI SERI DIETRO LE CATTEDRE, RIDURRE LE TASSE, PERCHÉ NOI VOGLIAMO MIGLIORARE IL MONDO NON PENSARE DI FARE IL LAVAPIATTI NEL WEEKEND. IP MIO WEEKEND LO PASSEREI SUI LIBRI SE NON FOSSE PER LE TASSE, È GRAZIE A QUEST’ULTIME SONO ANCHE IN RITARDO CON GLI ESAMI. I MIEI GENITORI NON POSSONO SOSTENERMI HANNO GRAVI PROBLEMATICHE FISICHE

  2. Buonasera,
    sono Eleonora studio medicina veterinaria, vorrei aggiungere alcune opinioni: ci sono molti modi per migliorare la vita degli studenti, non sono d’accordo sul prestito d’onore, perché si avrebbe un enorme numero di debitori. Ad esempio vorrei lavorare in un laboratorio di ricerca,a dovrei aspettare dopo la laurea per lavorare in quel campo, invece vorrei proporre di dare la possibilità a noi studenti per chi volesse di avere un posto di lavoro, ovvero che ci fosse garantito per chi ha problemi economici e non riesce a dare il meglio di sé negli studi, far sì che gli sia garantito :
    1. Un lavoro, io ho zero esperienza I miei genitori mi dicono che non c’è la fanno più a lavorare, trovatemi voi Università un lavoro da sola non c’è la faccio, ricevo tanti no e i miei genitori mi dicono che non faccio nulla per migliorare!
    2. L’adisu Puglia non funziona molto bene, deve essere meno rigida, perché sono entrata in ritardo a medicina veterinaria, ero idonea alla borsa di studio e ho perso il diritto alla borsa di studio per i CFU
    3. Perché paghiamo la tassa regionale??? I miei genitori pagano già tasse!!
    4 perché I venditori di libri non aiutano gli studenti dell’Università a poter usufruire di libri gratuiti
    5. Siamo due in casa che frequentiamo l’università!! C’è solo una riduzione del 15%delle tasse, per noi!! Solo??? Dovremmo pagare il 50% in meno
    6. Non posso permettermi una casa in affitto perdo 3h di viaggio andata e ritorno, come faccio? Torno alle 21:00di sera a casa perché io mio corso di studii fa tutti i giorni i pomeriggi
    7. Se la frequenza è obbligatoria come faccio a lavorare e studiare??
    Così invece di laurearmi a 23 anni mi laureò a 30 anni!!! Ho perso già tre anni
    8. La maggior parte degli studenti che hanno una media di 30-29 e che sono un regola, sono studenti che vivono in famigli senza problemi economici
    9. Le tasse devono essere pagate non in base al reddito, ma in base al mestiere dei genitori, mio padre è fabbro mia madre bidella, siamo 4 in Famglia tutti disoccupati di cui io e mia sorella andiamo all’università e siamo indietro con gli studi, qualcuno può aiutarmi??? I miei genitori pagano 700 euro di immondizia, 90 di acqua, 70 di luce, 46 x2 di abbonamento mensile, libri universitari, tasse regionali di 336,36×2,piu 1° e 2° rata ec… I miei genitori non possono curarsi i denti, andare all’oculista, comprarsi degli abiti per avere una dignità!!
    10. L’università dovrebbe investire denaro anche per i meno meritevoli, se così gli volete chiamare ovvero per i più sfortunati!!
    11. L’istruzione deve assicurare un futuro agli studenti!!
    12. Dopo le superiori a 18 anni, ci sentiamo tutti dire che rimaniamo nel letto a casa a dormire senza più impegni e pensieri, ad esempio ho dovuto stare a casa un anno sabbatico per via dei test di ammissione in cui avevo anche pagato 50,00!! L’anno dopo ho dovuto fare 4 test di ammissione per paura di rimanere ferma 200,00 spesi più mia sorella!!
    13, tanti casi di questo genere!! Adesso mi chiedo ma è necessario chiedere tutto questo denaro per cercare di diventare qualcuno??
    14. Non voglio un prestito, vorrei una possibilità nella vita!!

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