Anna Di Prospero, classe 1987, fotografa di corpi ed architetture 

I Am Here: urban self-portrait, 2010-/ “Untitled, 2010 (Vallecas 51, Social Housing – Madrid, Spain)
Avvicinatasi alla fotografia durante l’adolescenza grazie ad un concorso rivolto agli studenti, il primo approccio al linguaggio fotografico della giovane fotografa avviene attraverso l’autoritratto, che resterà il filo conduttore dei suoi lavori: inizia studiando con una piccola fotocamera compatta gli spazi della sua nuova casa, ritagliandovi il proprio, attraverso un lavoro durato tre anni, dal quale nascono scatti dalle luci morbide che hanno qualcosa di onirico
Vincitrice di diversi concorsi sin da giovanissima, si fa strada nel mondo della fotografia anche grazie alla community fotografica Flickr e ottiene una borsa di studio presso l’Istituto Europeo di Design che le consente di trascorrere un semestre presso la School of Visual Arts di New York. 
Col tempo l’orizzonte della giovane fotografa si allarga e  in un certo senso lo fa anche l’inquadratura dei suoi lavori: la scenografia smette di essere quella di casa e diventa la sua città, Latina, immortalata all’alba e completamente vuota. A questa mini serie segue il progetto degli scatti in “stanze temporanee”, serie in progress elaborata durante i suoi viaggi in Europa e America, obiettivo dei quali è indagare il rapporto tra corpo e architettura, questa volta fuori dal giardino di casa
Dal fotografarsi sola all’indagare i rapporti con l’altro, includendolo nei suoi scatti, il passo è breve, ed è proprio con il progetto With You che arriva la fama: nel 2011 viene premiata come vincitrice della sezione People dell’ “IPA” e ottiene la menzione di “Discovery of the Year” dei Lucie Awards, uno tra i più prestigiosi premi di fotografia. A vincere è lo scatto che la ritrae con la madre, attraverso una finestra, il primo nel quale l’artista è accompagnata da qualcun altro: l’autoritratto da qui in poi ospita altri individui assieme alla fotografa, raccontando personalità e legami, quello con la famiglia, con gli amici più stretti, con degli estranei, partecipi nella costruzione e progettazione della foto assieme all’artista.
Ciò che Anna Di Prospero fa è contribuire alla rivalutazione di una forma di fotografia svalutata e sottovalutata, che con l’uso sempre più frequente di smartphone e social network è diventata passatempo dei più: Anna Di Prospero si autoritrae, senza egocentrismi né autoreferenzialità, anzi nascondendo spesso il viso e ridando al genere dell’autoscatto il merito della costruzione di un racconto e non la funzione di specchio di Narciso.

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