I professori e ricercatori dell’università teatina aderiscono allo sciopero, la sessione autunnale è ancora a rischio

Raggiunge anche l’ateneo teatino, nel quale molti tra professori e ricercatori hanno aderito allo sciopero per contestare lo sblocco delle classi e per ottenere il riconoscimento degli scatti stipendiali bloccati dal 2011.
Lo sciopero, iniziato il 28 agosto, coprirà l’intera sessione autunnale fino al 31 ottobre, causando come previsto notevoli problematiche agli studenti: il primo appello d’esame verrà eliminato e in automatico rinviato a quello successivo; nel caso in cui invece il professore abbia messo a disposizione un’unica data nella sessione interessata, sarà egli stesso ad inserire un appello straordinario dopo quattordici giorni dalla data originariamente stabilita.

Fra i docenti e i ricercatori dell’Ateneo d’Annunzio che hanno deciso di aderire al movimento di contestazione figurano: Aristide Saggino, Carmine Catenacci, Mario Fulcheri, Clara Natoli, Federico Briolini, Angela Di Baldassarre, Mario Felaco, Lorenza Speranza, Rosalba Rana, Lucia Centurione, Maria Anna De Lutiis, Giandomenico Palka, Antonio Angelini, Oriana Trubiani, Angelo Di Iorio, Marco Tommasi, Fausto Di Biase, Erminia Carletti, Giuseppe Cipollone, Gaetano Curzi, Antonia Patruno, Stefano Pagliaro, Luca Moscardelli, Mario di Gioacchino, Roberto Veraldi, Francesca Scozzari, Maurizio Parton, Francesco Caccamo, Francesca Romana Alparone, Rosalia Di Matteo, Giorgia Committeri, Mara Maretti, Paola Pizzo, Mario Bonomini, Stefano Trinchese, Roberto Paganelli, Fabio Fioravanti, Laura Bortoli, Alessandro Tomei, Ilaria Zamuner, Gabriella Mincione, Gianluca Antonucci, Raffaele De Caterina, Ivo Vanzi, Monica Berté, Eugenia Nissi, Caterina Galluccio, Luciana Pasquini, Domenico Bosco, Tiziana Aurelii, Carlo Sestieri, Marcello Costantino, Luciano Vitacolonna, Sjoerd Ebisch, Barbara Ghinassi, Franco Blezza, Gianluca Amato.

Lo sciopero, che ha ottenuto largo consenso su tutto il territorio nazionale, rappresenta l’apice di una serie di problematiche istituzionali che continuano ad affliggere gli atenei italiani, all’interno dei quali non vige un sistema in grado di tutelare il lavoro del corpo docente.
La forte reazione dei professori e dei ricercatori, legittima in quanto diritto costituzionale, sta causando notevole disagio e generando opinioni discordi tra gli studenti, ai quali è stata chiesta comprensione da parte del “Movimento per la dignità della docenza universitaria” per una causa condivisibile, che miri ad una crescita positiva dell’ateneo sebbene tali modalità stiano andando inevitabilmente a colpire la parte studentesca.

Romboweb Chieti- Claudio Tucci

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