Il centrosinistra propone la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, Masci dice no: “Manca il legame con la città di Pescara”

Se la linea della coalizione è questa, va rispettata. Il centrodestra non demorde e continua la propria “battaglia” a suon di no ogni qual volta c’è di mezzo la senatrice a vita Liliana Segre. Questa volta la sede è diversa, più piccola rispetto al parlamento, ma non per questo meno importante.
È il comune di Pescara il set scelto dal centrodestra per girare una nuova puntata della “propaganda di pancia”.

“Non c’è nessun problema, ma manca il legame con la città di Pescara e allora se la diamo a lei, dovremmo mettere in fila tantissime persone che hanno subito le stesse vicende”. “Segre è una persona che ha sofferto, che riconosciamo come simbolo e che invito ufficialmente a Pescara il 27 gennaio, per la commemorazione della Shoah. Su questi argomenti non si può essere divisi, ma la proposta di Sclocco mi sembra strumentale e ritengo non si possano fare strumentalizzazioni per creare divisioni.”

Le motivazioni di Masci dopo il no alla proposta del centrosinistra

Queste sono state le motivazioni del Sindaco Masci alla proposta del centrosinistra, presentata dal consigliere Marinella Sclocco, per conferire la cittadinanza onoraria a Liliana Segre.

Come nella telefonata del deputato di opposizione Giorgia Meloni, anche Masci sceglie una faticosa rampicata sugli specchi. Con un linguaggio tipicamente Salviniano, “non c’è nessun problema, ma…”, il sindaco forzista motiva il proprio no inizialmente con la mancanza di legame con la città. Come se fosse la prerogativa essenziale per consegnare una onorificenza di questo tipo: ad esempio, si potrebbe chiedere al sindaco cosa ne pensa del pm di Palermo Nino Di Matteo (impegnato nel processo sulla trattativa stato-mafia), cittadino onorario di Pescara.

Il lessico utilizzato, sempre sulla scia stilistica del Capitano, nasconde, seppur in maniera velata, le reali motivazioni. Con “mettere in fila tantissime persone“, con “le stesse vicende” e con “strumentalizzare”, l’unico appiglio della rampicata sembra essere il qualunquismo in salsa revisionista. Un qualunquismo che, bisogna ammetterlo, risulta essere l’arma vincente per un consenso elettorale di “pancia”.
Le motivazioni, poi, sembrano rette dalla solita locuzione tipica populista che trova origine nel “non sono razzista, ma…”. Tutte le parole di Masci infatti hanno alla base la suddetta “espressione idiomatica”:
“Non c’è nessun problema, ma manca il legame con la città di Pescara“; “Segre è una persona che ha sofferto […] ma la proposta di Sclocco mi sembra strumentale e ritengo non si possano fare strumentalizzazioni per creare divisioni.

Ma tranquilli, il sindaco ha già provveduto per invitare la Segre alla commemorazione sulla Shoah perché, conclude Masci, Pescara “è stata l’unica a organizzare un’iniziativa nell’ambito della giornata dei contatti europei Italia-Israele“, accogliendo “con tutti gli onori l’ambasciatrice israeliana a Pescara, e abbiamo messo pure un albero fuori dal Municipio per segnare l’amicizia tra Pescara e Israele, tanto che condanniamo con fermezza l’olocausto e tutte le atrocità commesse“.
D’altronde cosa si vuole contestare, hanno messo pure l’albero fuori al Municipio.

Redazione Romboweb Giornale studentesco universitario
Claudio Tucci

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