Da un famoso ufficio legale di Panama City sono venuti fuori nomi rilevanti. Da Montezemolo a Putin. Ecco alcune delle loro giustificazioni…

11,5 milioni di documenti riservati, mai nella storia della finanza avevamo assistito alla pubblicazione di una quantità di dati così scottanti. Partiti da uno studio di Panama City,  Mossack Fonseca opera in paradisi fiscali come Svizzera, Cipro e Isole Vergini, e i dati pubblicati coinvolgono personalità di spicco di tutto il mondo: commercialisti, imprenditori, sportivi, celebrità, politici e ancora avvocati, editori, attori e musicisti. Le accuse? Evasione fiscale e riciclaggio di denaro.
Tutto ciò è  fulcro di una delicatissima fuga di notizie e da una interessante e matura collaborazione tra almeno 70 giornalisti che ha consentito di scoprire come il denaro “sporco” sarebbe stato spostato attraverso  sistemi ben collaudati. Questa inchiesta ha colpito i personaggi più in vista nel dorato mondo della finanza e proprio i numeri di questa indagine fanno percepire il suo indice di gravità. 
Circa 14 mila le persone coinvolte, 72 sono Capi di Stato in carica come Vladimir Putin, il re dell’Arabia Saudita Salman, alcuni membri della famiglia del premier britannico David Cameron che, irritato, ha deciso di pubblicare il suo reddito. Tra i nomi trapelati troviamo anche i parenti del defunto dittatore Mao Tze Tung
Ovviamente noi italiani non potevamo farci scappare l’occasione di far parte di questo scandalo e attestiamo la nostra presenza con ben 800 persone accusate di avere un patrimonio off-shore: Luca Cordero di Montezemolo, la conduttrice Barbara D’Urso, l’attore e regista Carlo Verdone, lo stilista Valentino Garavani, il pilota abruzzese Jarno Trulli che, lasciata la Formula 1 nel 2012, si è dedicato alla produzione di vino e ancora Giuseppe Donaldo Nicosia, imprenditore al momento latitante, il cui nome, accostato a quello di Marcello Dell’Utri, ci riporta a un’inchiesta della procura di Milano conclusasi con un maxi sequestro di immobili sparsi per il mondo. 
E’ facile intuire che molte di queste personalità abbiano cercato in tutti i modi di giustificarsi agli occhi dell’opinione pubblica, gridando al complotto o restando in silenzio stampa.
Di certo la giustificazione più assurda è arrivata dal campione di calcio Lionel Messi che dice di firmare solo ciò che gli comanda il padre evitando così di assumersi la responsabilità. La conduttrice Barbara D’Urso ha dichiarato di aver sempre rispettato la legge e che il suo coinvolgimento sarebbe opera di qualche azione diffamatrice contro la quale farà ricorso.
Sul fatto che i paradisi fiscali fossero sempre esistiti non avevamo dubbi, ma questa inchiesta consente un’analisi molto più accurata e profonda dell’esistenza di un sistema evasivo consolidato, che ha spinto il Presidente americano Obama a chiedere una riforma fiscale internazionale. Sarà forse questa l’ultima spiaggia dei Paperon de’ Paperoni di tutto il mondo? 

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