Biblio1

Prolungare gli orari di apertura è davvero impossibile? Rombo intervista le responsabili delle biblioteche d’Ateneo.

Ore 18:45 e siete in biblioteca, tra pochi giorni avete il vostro esamone e un pensiero vi angoscia : “Ma perché non posso restare un po’ di più?”. Chiudete pure i vostri libri e mettetevi l’animo in pace, a quell’ora le biblioteche della d’Annunzio chiudono!

Sappiate però che il vostro non è un desiderio isolato. Se ne è parlato spesso tra gli studenti, sono state raccolte firme, organizzati banchetti informativi e l’istanza è stata portata agli organi competenti. L’Amministrazione ha sempre risposto picche: non ci sono i soldi e non si può fare.

Ma è davvero così? Che sia difficile lo intuiamo, ma volevamo conoscere meglio i termini della questione e siamo andati a parlarne con chi qualcosa in più ne sa.

Abbiamo intervistato le responsabili delle tre grandi biblioteche della d’Annunzio, rispettivamente: la dott.ssa De Biasi, per la Biblioteca dell’area medico-scientifica , la dott.ssa Taverniti, direttrice della “Ettore Paratore” e la dott.ssa Maino per la Biblioteca Unificata di Pescara . Questo è il resoconto delle loro risposte, sostanzialmente concordi su più punti.


Estensione dell’orario di apertura delle biblioteche. Lei personalmente cosa ne pensa? E il personale sarebbe d’accordo?

«Io sono favorevole, diverse biblioteche in Italia sono aperte fino alle 22» afferma la dott.ssa Maino «e credo lo stesso per il personale, a condizione però che sia incentivato economicamente. Si dovrebbe valutare il progetto, ma credo che i colleghi sarebbero d’accordo».

Il parere della dott.ssa De Biasi è in sintonia, ma sottolinea: «Bisogna capire di cosa stiamo parlando: un conto è tenere aperta la sala come aula studio un altro prevedere anche i servizi di prestito e consultazione. Da parte mia nessun veto, noi siamo qui per voi».

Alla Paratore suona la stessa campana : «Sono favorevole e il personale dice “Magari!”, avrebbero ore in più e contratti migliori». La stessa Taverniti prosegue: «Lasciare la biblioteca aperta solo come sala studio sarebbe uno spreco. Anche il prestito dovrebbe restare disponibile . Uno studente lavoratore che stacca alle 17 deve avere il diritto di venire a prendere i libri di cui ha bisogno».


 

Dal suo punto di vista quali sono i principali ostacoli da superare?

La dott.ssa De Biasi qui è molto precisa : «C’è bisogno di una nuova concertazione sindacale per prolungare l’orario di apertura e prevedere una diversa modulazione dei turni di lavoro. Dobbiamo essere messi in condizione di lavorare». Inoltre «ovviamente c’è una spesa per tenere aperti gli impianti. Ma questa è una valutazione che deve fare l’amministrazione e che non posso fare io».

Sulla stessa linea la Taverniti: «L’amministrazione dovrebbe rifare nuovi contratti ai ragazzi in distribuzione. I costi sarebbero le luci, il riscaldamento, e secondo me dovrebbero aumentare anche il monte ore degli uscieri della Biblos. Se la struttura resta aperta c’è bisogno anche di loro».

Maino elenca gli stessi ostacoli, ma aggiunge un riferimento alla situazione delicata di tutto il personale tecnico-amministrativo: «La situazione aperta dell’Ima è un grosso deterrente per i colleghi e non è uno stimolo ad andare avanti, a rinnovare e a rinnovarci». Tuttavia: «Ritengo che il prolungamento degli orari può essere considerato un problema legato, ma risolvibile indipendentemente. Noi andiamo incontro agli studenti, ma ci servono i giusti stimoli e incentivi».


 

Quali le soluzioni percorribili? Il riferimento, in particolare, va all’utilizzo dei cosiddetti “150 ore”, gli studenti dell’attività collaborativa part-time.

«Ragazzi delle 150 ore sono anni che non li vediamo. Prima avevamo sempre 5 ragazzi a giro e ci aiutavamo tantissimo. Per me questa potrebbe essere una soluzione, ma non ce li mandano» tuona la Taverniti. «Gli studenti delle 150 ore li vediamo con il binocolo» le fa eco la De Biasi, che però precisa «non possiamo pensare di tenere aperte le biblioteche lasciandole in mano ai soli studenti. É necessario del personale strutturato e con i ragazzi delle 150 ore, semmai, in affiancamento».

Maino ci spiega «Da mesi non vediamo nessuno anche qui a Pescara, ma le “150 ore” possono essere un’utile forza di appoggio, potremmo infatti avere difficoltà a trovare la disponibilità necessaria tra il personale. Tra l’altro i ragazzi delle 150 ore dovrebbero costare meno all’università (8€ a ora, ndr) e una sinergia con il personale strutturato potrebbe portare ad un buon risultato».

La stessa Maino conclude indicandoci la via da seguire concretamente: «Noi abbiamo un organo deliberativo che è la CAB (Commissione di Ateneo per le Biblioteche) dove sono presenti anche i vostri rappresentanti. Loro devono presentare questa istanza,verrà messa tra i punti all’odg e esprimeremo il nostro parere».  Poi da lì potrà passare in Cda e in Senato, dove verrà fuori la volontà politica dell’Ateneo.

E questo ultimo appunto sembra essere il nocciolo della questione. Dato che è desiderio di questa amministrazione rilanciare l’immagine e i servizi di questa università, vorranno prendere in considerazione anche le biblioteche? Staremo a vedere.

                                                                                                          Maximiliano Daniel Terminiello

 

 

2 pensiero su “Orari biblioteche… mission impossible?”
  1. Un ringraziamento a Voi per questo interesse verso gli studenti ed in particolare alla tematica delle strutture.
    Da studente lavoratore posso confermarvi l’estrema necessità di un prolungamento dell’orario di lettura e consultazione.

    Alessandro Di Biase

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.