Seneca fu un pioniere del life training? 

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Ultimamente capita spesso di trovare, sugli scaffali delle librerie, libri che ci parlano del come prendere in mano la propria vita e dominare ogni aspetto di essa. Copertine luccicanti di pompati uomini americani in stile anni novanta ti sorridono e ti incitano a credere che la felicità sia a un passo da te. Nonostante il grande successo di questo tipo di libri, il controllo di sé non è nulla che la filosofia non abbia già trattato. Infatti tale tematica è diffusissima tra gli autori antichi e in particolare in Seneca. A dimostrazione di ciò, si fa avanti una recente ma progressiva riscoperta dei classici senechiani. Ma perché? Innanzitutto c’è il tema della “crescita personale” tanto di moda in questi tempi e l’approccio ormai meno manualistico dei suoi classici. Nessuno vorrebbe imparare la logica da un testo di Aristotele che si intitola Primi analitici ma è assai più attraente leggere un libro di un autore latino che ci avvicini al concetto di felicità. E siccome in questi anni la felicità è una merce davvero rara, perché non andare a chiedere a Seneca? Un altro elemento è di certo l’autorevolezza indiscussa. Leggere Seneca significa affidarsi ad un luminare della saggezza, come quando si va dal medico più bravo per avere una risposta certa e indiscutibile ai propri malanni. Quello che attrae certamente i lettori, che hanno trasformato un filosofo latino in un autore di best-seller, è la lucidità nel trattare i temi. Temi che sono sempre gli stessi e che appartengono da sempre alla filosofia. Con una punta di amarezza è doveroso ammettere che Seneca rimane ad oggi uno dei pochi punti di contatto tra i giovani lettori di oggi e i classici.

Simone Forcucci

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