Le corna secondo gli altri: forte, tenace, donna e mai  schiava, Marta Ajala ha provato caparbiamente a ribellarsi all’ordine del mondo in una Sicilia di fine Ottocento

Nella Sicilia di fine Ottocento Marta Ajala è una ragazza apparentemente comune: una moglie che aspetta di essere madre. Forte, tenace, donna e mai schiava ha provato caparbiamente a ribellarsi all’ordine del mondo rifiutando il ruolo di consorte docile e sottomessa. Intrattiene presto un’intensa relazione epistolare con Gregorio Alvignani futuro deputato.

Marta, ribellandosi alla vita noiosa ma rispettabile che il vincolo matrimoniale indubbiamente le garantiva, ha intrapreso un finto processo di emancipazione, ostenta un’illusoria libertà, fiera e sicura, lottando contro ogni pregiudizio radicato e camminando orgogliosa nel ruolo di adultera ingiustamente attribuitole per poi diventarlo realmente. Si spinge, senza amore e inizialmente senza vendetta, tra le braccia del politico. La protagonista pirandelliana, oramai perduta, ha condannato se stessa, da innocente, ad un’esistenza di umiliazioni e ad un’insofferenza pungente, a nottate cupe e a risvegli dolorosi che l’hanno portata a covare odio per il marito, troppo legato ai costumi intransigenti dell’epoca, per l’amante che professa un sentimento fasullo, per il padre che l’ha castigata nonostante fosse priva di colpe, per la madre e la sorella, le quali, nel loro profondo asservimento, le ricordano che, prima a torto additata e poi impunemente perdonata, insomma lei è l’unica esclusa.
In una Sicilia arcaica, immutabile e collettiva, l’infamia delle corna è più deprecabile delle corna stesse: Marta, scacciata da moglie fedele, incinta del marito, è riammessa da colpevole, incinta dell’amante.
Nel suo coraggioso romanzo d’esordio, Pirandello entra e scava a fondo nella mente e nella personalità di un personaggio femminile tutt’altro che comune, dà voce ai desideri inconfessabili delle donne, lasciandone agire liberamente una e dimostrando così i paradossi e le contraddizioni di un sistema di pensiero cristallizzato come il costume di un Sicilia di fine Ottocento. 

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