L’uso della crisi migratoria come pulizia d’immagine

Bundeskanzlerin Angela Merkel am 11.08.2013 in den Räumen der Wahlkampfagentur der CDU in Berlin.

La Germania dei “falchi” è già consegnata alla memoria. La narrativa sull’atteggiamento punitivo nei confronti della Grecia insolvente è sparita: oggi viene proposta l’immagine di un volto sorridente che accoglie le migliaia di persone in fuga dall’Est del Mediterraneo.

Dato che la conquista dei media è una scelta consapevole, bisogna ammettere che la CDU (unione cristiana democratica) della Merkel è ben capace di fare politica strumentalizzando i media per fare scoop.

Eppure il governo tedesco continua a discriminare persone in fuga per motivi umanitari e persone in fuga per motivi economici. Questa distinzione è frutto di una precisa strategia di comunicazione che giustifica l’ammissione di alcune categorie di persone e il respingimento di altre, in modo da alleggerire il carico dei richiedenti asilo.

Quindi anche la Germania fa leva su questa categorizzazione per delegittimare il diritto di molti gruppi di persone a cercare migliori opportunità in altri contesti. 
Esempio tipo è il caso delle persone provenienti dalle regioni balcaniche. Le autorità tedesche hanno respinto centinaia di persone provenienti dai Balcani perché i loro Stati di origine non sono più formalmente in guerra, ne’ tra loro, ne’ al loro interno. 
L’amministrazione tedesca, quindi, ha deciso di compiere un gesto forte: ha reintrodotto i controlli alla frontiera con l’Austria. È la prima volta che una frontiera intraeuropea è chiusa per motivi legati ai flussi migratori. E la Germania non è la sola. 
Formalmente non è una sospensione del trattato di Schengen, solo una misura temporanea per sopperire ai controlli che non vengono compiuti nel sud Europa. In pratica questa procedura consente di discriminare i migranti in base al loro luogo di provenienza.
Eppure, nonostante lo spettacolo dell’accoglienza tedesca abbia quinte così buie, grazie al sorriso materno che la politica offre, l’entità delle espulsione resta in secondo piano. Se è vero che la Germania attende 800,000 migranti, è da tener presente che certamente non li accoglierà tutti. Probabilmente 300,000 saranno respinti.
Non dovremmo meravigliarci. Già nel trattamento riservato alla Grecia abbiamo conosciuto il comportamento durissimo dei politici tedeschi. Oggi invece sembra che nessuno ricordi quei giorni di trattative condotte con metodi ricattatori. Con la gestione della crisi migratoria la Germania ha solo cambiato l’apparenza, non la sostanza.
Dunque, con questo periodo di pulizia d’immagine, la Germania spera di rimuovere dalla memoria mediatica il ricordo del trattamento punitivo riservato ai greci. Spera così di migliorare l’idea che il resto del continente ha di essa. E i giornali ci sono cascati in pieno.

Sappiamo già che la Germania tornerà ad espellere moltissime persone. Dopotutto, come Merkel disse alla ragazza palestinese: «Non c’è posto per tutti».

Davide Di Rienzo

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