L’ateneo parte con la riscossione crediti dopo il blitz della Guardia di Finanzia; pronte le diffide di pagamento verso gli studenti che non hanno pagato le tasse

Nuovo scossone per la d’Annunzio a seguito dell’inchiesta aperta da parte della Corte dei Conti, che ha rilevato un buco di ben 468.719 euro nel bilancio a causa delle tasse non versate fino al 2014.
L’Ateneo si ritrova così obbligato a condurre un’ ardua campagna di riscossione crediti: nel giro di un mese saranno infatti inviate le diffide di pagamento verso gli studenti risultati morosi.

L’inchiesta, delegata alla guardia di finanza, è partita ben tre anni fa a seguito di una segnalazione inviata da parte Collegio dei revisori dei conti dell’ateneo. Alla fine del 2014 infatti 1.635 studenti risultavano morosi, e l’importo totale dei mancati pagamenti delle tasse universitarie ammontava alla cifra di  938.084 euro.
Da questo buco di quasi un milione di euro, la Corte dei Conti ha avviato un’inchiesta finalizzata alla riscossione delle rette universitarie che in questi anni non sono state versate.
Una volta avviata l’indagine, tre decreti (uno del 2016 e due nel 2017) sono stati inviati alla d’Annunzio dal procuratore regionale della Corte dei Conti al fine di poter condurre l’analisi della situazione.
Nessuno di questi decreti ha tuttavia ottenuto il raffronto sperato.
Ad oggi, l’ateneo è riuscito a recuperare solo il 50% dell’importo totale, come dimostrato dal fatto che alla fine del 2014 risultavano essere rientrati nelle casse della d’Annunzio 469.364 euro.
Sono passati tre anni dall’avvio dell’inchiesta, e il non aver dato seguito ai tre decreti inviati dalla Corte dei Conti, definito dal dirigente dell’Area Affari legali Antonio D’Antonio una «imperdonabile dimenticanza», evidenzia un totale disinteresse da parte dell’ amministrazione dell’Ateneo attivatasi unicamente a seguito dell’intervento da parte della guardia di finanza.

Redazione Romboweb Abruzzo – Claudio Tucci

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