A detta degli studenti ” una città morta, senza servizi, ci sentiamo ultimi arrivati in questa periferia che non ha mai voluto lo status di città universitaria”

Il sindaco di Chieti Umberto di Primio si dimette per ambire alla poltrona di presidente della Regione Abruzzo. Circondato dai suoi uomini di maggioranza, il sindaco annuncia la sua scelta vincolata alla corsa per la sola presidenza, difatti non lascerebbe Chieti per altre cariche. Meno di venti  giorni per ritirare le dimissioni, oltre questo termine Umberto di Primo non potrebbe più  decidere di tornare indietro.

Sempre fedele ai partiti di “destra” , Umberto di Primio vince le sue prime elezioni comunali con un alto consenso nel 2010 chiudendo al primo turno con l’ 81,36%. Riconfermato poi alle elezioni del 2015 ma questa volta al secondo turno con il 55,01 % dei voti.

Un sindaco amato nei comizi, apprezzato in campagna elettorale ma che di concreto ha fatto ben poco.  Con lui l’aria teatina è rimasta la stessa di sempre: una città sterile nei servizi verso i cittadini ma soprattutto verso gli studenti, senza i quali l’economia locale crollerebbe. In questi 8 anni di mandato, Di Primio non ha mai intrapreso una vera e propria iniziativa nei confronti degli studenti, tralasciando la grande rivoluzione fatta allungando gli orari delle corse di una sola linea del trasporto urbano.
Chieti non è una città universitaria, o meglio, l’amministrazione non ha mai voluto concretizzare lo status di centro universitario: la maggior parte degli studenti vive reclusa nelle grigie zone dello scalo industriale mentre il centro storico continua ad “invecchiare”. Casa dello studente, Cittadella della cultura e tanti altri progetti rimasti sospesi nel limbo di un’amministrazione negligente e contraria a qualunque iniziativa rivolta alla forza economica principale per una città che ospita quasi 20mila studenti.

Ma nonostante il quadro tutt’altro che positivo del suo mandato, il Sindaco teatino non ha timore nell’auto proclamarsi “portatore sano di campanile“. E non solo: Di Primio vuole uscire di scena in modo eroico annunciando di voler salire su questo campanile non solo per difendere la sua piazza (la stessa che ha avuto la brillante idea di tassare i migranti paragonandoli ai turisti) ma per allargarla. Ma visti i risultati del suo mandato, che numericamente si configurano in 15 milioni di buco nel bilancio comunale, le sue parole di grande innovazione suonano in realtà più come una minaccia per un controproducente ritorno al presente, un presente che vede una “città grigia, dormiente e anonima” come da anni ripetono gli studenti.

(Il fotogramma è tratto dal video de “Il Censorino Teatino” e raffigura l’elettorato di Di Primio in esplicito saluto fascista durante la festa di vittoria elettorale, una triste pagina della costruzione del consenso da non dimenticare)

Romboweb Abruzzo – Claudio Tucci

 

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