Negli ultimi mesi, all’interno della banca dati Almalaurea, è stato registrato un forte calo dei curriculum scaricati da parte delle aziende, fino a toccare picchi in discesa del -55,8%

futuro degli studenti, senza studenti

Il governo alla ricerca di soluzioni e di piani per la ripresa dalla crisi dimentica di rivolgersi e prestare attenzione a chi vivrà e subirà le conseguenze delle scelte sbagliate del presente. Gli studenti isolati e dimenticati, come può un Paese civilizzato non puntare sull’istruzione?

Registrazioni in picchiata sulla banca dati almalaurea

La banca dati AlmaLaurea è il più importante e utilizzato database italiano che raggruppa in sé i curriculum vitae di milioni di studenti laureati di 76 atenei. Negli ultimi mesi è stato registrato un forte calo dei cv scaricati da parte delle aziende, arrivato a toccare picchi in discesa fino al -55,8% nel mese di maggio. Con l’inizio dell’estate e l’allentamento delle limitazioni la curva negativa aveva lentamente invertito la rotta verso l’alto, arrestandosi però prontamente con l’arrivo della seconda ondata sulla quota di -25%.
Dati altalenanti, che variano in grandi misure e che toccano picchi negativi mai raggiunti e che destabilizzano fortemente il precario equilibrio dell’assetto accademico italiano. La perdita è stata registrata in tutte le categorie e tutte le figure professionali, l’unico corso di studi che invece di subire un recesso ha vissuto un incremento importante è stato quello di medicina che ha trovato aziende sanitarie alla ricerca di nuove figure professionali da utilizzare nella lotta alla pandemia, andando ad aumentare la percentuale del +31,6 % circa.
Nel mese di gennaio del 2020 si era registrato una maggiore richiesta di cv, pari a 100.000 in più rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, un aumento pari al +15,1% che con il tempo però è stato totalmente vanificato.

Gli studenti si aiutano da soli

Parlare del futuro senza prendere in considerazione e senza aiutare concretamente coloro che ne saranno i protagonisti è il più grande paradosso che affligge i nostri giovani studenti. L’Italia è un Paese per vecchi, lo è da diverso tempo ormai, ma in questo periodo invaso dalla crisi in tutti i campi e tutte le categorie la superficialità che ruota attorno all’attenzione riservata ai cittadini più giovani inizia ad essere soffocante.
I dati sopra riportati sono la conseguenza di anni di imprecisa e sommaria capacità di risoluzione dei problemi. Gli studenti universitari arrancano alla ricerca di indicazioni per poter organizzarsi e capire se il loro sarà un altro anno di lauree via webcam e di stanze in affitto pagate che non verranno mai abitate. La comunicazione è inesistente, i professori non sono informati, non è compito del personale tecnico ricevere o occuparsi di un certo tipo di indicazioni e gli studenti, allora, rimangono fermi sulla loro sedia, a subire un ennesimo semestre che è troppo distante dallo schermo di un computer. L’istruzione è un diritto e dovrebbe essere trattata come tale.
Se non si istruisce un’intera generazione il futuro non potrà essere prosperoso, se non si dà fiducia alle nuove figure professionali nessuno sarà mai in grado di trovare una soluzione a un problema che ha bisogno di metodi contemporanei, di persone che vivono e respirano l’aria di questa era: l’aria dei giovani.

Redazione Romboweb – Michela Mazzaferro

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.