Spunta un divieto di costruzione in viale Pindaro e la d’Annunzio ipotizza l’acquisto dell’Ex Cofa per un campus a Pescara

Pescara. Nel mese di luglio, una lettera firmata dal Rettore Caputi arriva negli uffici del presidente Marsilio. La lettera, resa nota dal sindaco Masci mercoledì scorso durante la seduta del consiglio comunale, mette nero su bianco il piano che l’Università vorrebbe realizzare nell’Ex Cofa.
Il costo per l’acquisto dell’intera area si aggirerebbe intorno ai 13 milioni di euro.

Una “Università del mare”, quindi, che abbandoni (o intensifichi) le strutture di Viale Pindaro. Il progetto, tanto grande quanto ambizioso, trova subito il primo ostacolo: il dibattito politico.
Le forze di opposizione, centrosinistra e Movimento 5 Stelle, sono già sul piede di guerra e chiedono di ritirare il Documento unico di programmazione all’interno del quale è contenuta questa ipotesi.

Per il direttore generale della d’Annunzio, non c’è altra soluzione: cementificare l’Ex Cofa

Non ci sono alternative, o almeno così sembra secondo le parole del direttore generale della d’Annunzio, Gianni Cucullo: l’Università dovrà trasferirsi nell’area dell’Ex Cofa.
Il motivo è stato spiegato nella giornata di ieri, durante la seduta del Senato Accademico: l’amministrazione parla di un parere espresso dal Provveditorato alle opere pubbliche che vieterebbe la costruzione di edifici nella parte in cui l’ateneo dovrebbe espandersi, in quanto paludosa e non edificabile.
Nella stessa area, la d’Annunzio ha ottenuto un finanziamento per realizzare nuove aule e laboratori specialistici; in effetti sono ormai 10 anni che si discute per ampliare la sede pescarese di Viale Pindaro.

La “super biblioteca”, un progetto rimasto sempre e solo su carta…

La direzione dell’università approvò per la prima volta i lavori di ampliamento il 30 gennaio 2007 e da allora, dopo varie attese, rivisitazioni del progetto e varie sospensioni del procedimento nulla si è concluso. Nel lontano 2008 venne presentato un progetto, ma nel 2009 venne sospeso il procedimento e quindi rifiutato per una rivalutazione della spesa complessiva dei lavori.

Nel 2014, il cda stanziò più di 14 milioni per la realizzazione della “nuova biblioteca unificata”, il tutto però non ebbe sviluppo e il progetto rimase su carta. Nell’aprile di quest’anno, il progetto ritorna in auge e sul tavolo vengono messi ben 34 milioni di euro affidando l’opera ad uno studio di architetti ABDR Associati.

Ma il tutto sembra di nuovo impantanarsi in una palude (letteralmente, o forse no) e la “super biblioteca” con molta probabilità finirà nella lunga lista dei progetti incompiuti.

Il sogno “Adriatico” potrebbe passare proprio dall’Ex Cofa

Sarà, forse, quel sogno “Adriatico” tanto voluto ma non ancora raggiunto.
Nessuno sa di cosa parli il documento redatto dal Provveditorato, nessuno lo ha potuto leggere.
Sono bastate le parole del direttore generale a creare perplessità tra i componenti del Senato. Perplessità perché sono anni che si presentano progetti per riqualificare l’area di viale Pindaro e solo oggi si parla di un parere di un ente come il Provveditorato.
In ogni caso i componenti del Senato aspettano con curiosità di visionare questo documento.

La strada ormai sembra già tracciata, come se il parere del Provveditorato fosse più una giustificazione al fatto che, secondo l’ateneo, non ci siano altre vie ponderabili (ad esempio quella della caserma Di Cocco, lasciata in eredità dalla vecchia amministrazione di centrosinistra e che probabilmente non piace).

L’unica via sarebbe cementificare un altro pezzo di costa messo in vendita dalla Regione, ora alla guida del Presidente Marsilio.
Questa volta però, non si sentono le stesse invettive che i consiglieri di Fratelli D’Italia facevano a gran voce incitando alla protesta in viale Bovio, di fronte la sede della Regione. D’altro canto anche l’opposizione non è da meno: se prima era D’Alfonso a mettere in vendita l’Ex Cofa con la sinistra che acconsentiva e la destra che protestava, oggi invece si assiste allo stesso spettacolo ma con i ruoli invertiti.

Così, tra Università, Pescaraporto e la Guardia di Finanza si potrebbe inaugurare una vera e propria “via del cemento” vista mare.

Redazione Romboweb Giornale studentesco universitario
Claudio Tucci

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