La sessione straordinaria ospita due tipi di esami: a dividerli una semplice ma determinante differenza.

Se vi è capitato di essere in dubbio quando dovete prenotare un esame durante la sessione straordinaria non siete i soli. Le indicazioni non aiutano e le spiegazioni mancano. Andiamo quindi per ordine.

Quando frequentiamo un corso, sia esso a frequenza obbligatoria o meno, il nostro piano di studi, che è annualizzato, ovvero vincolato agli anni di corso, presume che la frequenza ai corsi venga maturata in un certo periodo. Poniamo quindi il caso di un corso di un secondo anno, erogato durante il primo semestre. Quell’insegnamento sarà idealmente frequentato nel primo semestre e il primo appello utile per sostenere il relativo esame sarà, poniamo caso, a febbraio.

Ora a febbraio ci appariranno sulla nostra pagina personale due tipi di esami a cui potersi iscrivere: uno “straordinario” e uno “anticipato“.
Ciascuno di essi è vincolato ad un anno accademico differente: l’esame della sessione straordinaria appartiene all’anno accademico concluso, ovvero il precedente, mentre l’esame della sessione anticipata all’anno accademico iniziato, ovvero l’anno corrente.
Riprendendo quindi l’esempio dell’esame del secondo anno il cui corso è stato seguito al primo semestre, la situazione sarà la seguente: se l’esame verrà sostenuto al primo appello utile, necessariamente ci si dovrà iscrivere alla sessione anticipata, poiché le lezioni del corso sono state frequentate durante il primo semestre, ed è appartenente all’anno accademico appena iniziato. Se invece questo esame non sarà sostenuto fino al, poniamo caso, febbraio successivo, a distanza di un anno, appartenendo questo esame all’anno accademico che ormai volge al termine, ci si dovrà iscrivere alla sessione straordinaria.
Bisogna porre attenzione ad un altro aspetto: la sessione straordinaria che, mettiamo caso, può essere collocata a febbraio o a marzo, contiene sia gli appelli straordinari che anticipati. Per riferirsi a tutta la sessione si usa comunque il termine “straordinaria”.

Il principio generale è quindi il seguente: se l’insegnamento appartiene all’anno accademico corrente è necessario iscriversi agli appelli “anticipati”, in caso contrario agli appelli “straordinari”.

Il caso riguarda unicamente la sessione straordinaria d’esame, in quanto in essa convivono gli appelli appartenenti a due anni accademici differenti. Le altre sessioni, ovvero quelle estive e autunnali, sono tutte appartenenti all’anno in corso, non al precedente, quindi il problema non si pone, anche perché nella sessione è presente un unico tipo di appello e non si può sbagliare. In queste altre sessioni sarà comunque possibile sostenere l’esame che non si è sostenuto gli anni precedenti, ma, in teoria, il Programma d’esame andrebbe aggiornato all’anno accademico in corso. Sempre che il programma d’esame cambi di anno in anno, cosa che non si verifica in tutti i corsi di studio, nel qual caso non ci sono particolari accorgimenti da seguire, a eccezione delle eventuali propedeuticità: è sufficiente sostenere gli esami il prima possibile e nel giusto ordine per rimanere in corso e finire gli studi in tempo. In ogni caso i corsi umanistici tendono a necessitare di una maggiore attenzione nella scelta della sessione, mentre i corsi scientifici, avendo percorsi obbligati e propedeuticità vincolanti, rendono il percorso meno accidentato e più lineare, senza problemi di questo genere.

Vediamo ora questo cosa significa rapportato agli anni accademici: poniamo il caso di uno studente che, nell’anno accademico 2017/2018, che è appena iniziato, è iscritto da novembre al secondo anno. Questo studente, se segue un esame durante il primo semestre e vuole sostenere il relativo esame al primo appello utile, dovrà fare attenzione a iscriversi alla sessione anticipata, in quanto questa sessione appartiene all’anno accademico 2017/2018. La sessione straordinaria, invece, appartiene all’anno accademico che volge al termine e che sarebbe l’anno accademico 2016/2017. Questa sessione è l’ultima occasione che gli studenti che nell’anno accademico 2016/2017 erano iscritti, mettiamo caso, al secondo anno, hanno per sostenere l’esame nel secondo anno di corso, essendo il loro secondo anno di corso, secondo questo caso ipotetico, l’anno accademico 2016/2017.

In genere però, per tutti i corsi, la distinzione è puramente formale. È opportuno tuttavia rispettarla quando ci si prenota a un esame, per una corretta verbalizzazione che rispetti l’andamento del piano di studi diviso per anni di corso.

Romboweb Abruzzo- Chieti, Pescara 

Jacopo Bassetta

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