Attraverso un comunicato stampa la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Chieti e Pescara aggiorna sulla situazione scavi in Piazza San Giustino e fa il punto della situazione

scavi piazza san giustino

Il 17 maggio scorso la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Chieti e Pescara pubblica sul proprio sito web un comunicato stampa riguardo gli scavi di Piazza San Giustino. La Soprintendenza ci aveva lasciati, infatti, in sospeso assicurandoci prossimi aggiornamenti qualora ce ne fosse stato bisogno. Già dal titolo del comunicato – CHIETI – Cosa accade in piazza San Giustino? – capiamo, però, che non ci sono notizie troppo sbalorditive. «Al termine della seconda fase delle indagini archeologiche in piazza San Giustino, le domande che si impongono ad una attenta ricostruzione delle vicende edilizie e topografiche avvenute nei secoli a Colle Gallo sono per ora più numerose delle certezze acquisite», ma arriva subito una rassicurazione «Naturalmente, è questione di tempo: occorre far seguire alle operazioni di scavo stratigrafico l’analisi dei dati, la loro correlazione sui piani spaziali e temporali, occorre documentare graficamente le preesistenze, e, oltre al rilievo diretto, occorre predisporre la documentazione digitale, costituita da rilievi fotogrammetrici  e condotti con stazione totale; questa tecnica, definita Structure from Motion, compensa la perdita dei dati visivi compiuta dallo scavo e concorre alla ricomposizione del contesto indagato». Il testo prosegue, poi, elencando e riassumendo tutto ciò di cui siamo a conoscenza fino ad adesso, ovvero tutto quello che è emerso dalle ricerche:                                                       

  • il piano pavimentale a mosaico decorato dal motivo dei “cani correnti” (o a onde) distrutto per la costruzione della cisterna ottocentesca si conserva in minima parte nell’ambito di quel che resta di un ambiente un tempo decorato da pitture parietali policrome;                                      
  • questo ambiente era stato realizzato scavando il banco naturale poiché alcune murature si presentano costruite contro terra;               
  • Un ulteriore ambiente si apre a nord-ovest e conserva tracce della pavimentazione musiva in tessere bianche e nere;                             
  • Tra questi ambienti e la cisterna ottocentesca è stata ricavata una vasca per lo spegnimento della calce, la cui funzione è stata svolta fino agli ultimi anni dell’Ottocento;   
  • L’area sud-orientale, indagata solo in parte per la presenza della recinzione di cantiere, conserva a tratti un piano pavimentale in battuto a base cementizia, demolito localmente da buche di epoca medievale e dalle strutture interrate connesse alla presenza della fontana in questa zona:                                                                        
  • Sulla rasatura del muro in opera laterizia che chiude a ovest questo ambiente è stata realizzata una sepoltura di epoca tardoantica/altomedievale tagliata da interventi successivi, come la costruzione di un tombino;                                                                        
  • La scoperta di una grande struttura individuata davanti alla scalinata della cattedrale costituisce la vera novità di questa fase dei lavori: si tratta di una grande cisterna articolata in quattro ambienti (dei quali il primo era stato già parzialmente scavato nella fase precedente) suddivisi da spesse murature in opera laterizia rivestite da intonaco in cocciopesto e posti in comunicazione tra loro per mezzo di aperture;
  • L’intera struttura, costruita entro il banco naturale, si presenta priva della copertura, asportata probabilmente per i noti lavori di trasformazione del sito nei secoli e risulta oggi totalmente riempita da materiale terroso;                                                                                        
  • La grande cisterna costituì un impegno costruttivo e urbanistico degno di una città che riuscì a dotarsi di strutture essenziali e monumentali;
  • In questa zona le indagini hanno raggiunto i livelli della città romana che giacciono ad una quota di poco inferiore all’attuale piano di calpestio, dopo gli sbancamenti operati nell’area a fine Ottocento. Nella zona indagata nella prima fase dei lavori, invece, a quote più basse erano apparsi solo i livelli medievali e posteriori;
  • Nel saggio posto tra Palazzo Mezzanotte e il Palazzo di Giustizia, gli ulteriori approfondimenti hanno evidenziato che la quota di spiccato del grande muro in opera laterizia è molto profonda rispetto ai livelli attuali e le altre strutture murarie connesse poggiano su piani diversi, a confermare l’antico assetto terrazzato della zona.

    Dunque, la seconda fase di indagini sembra essersi conclusa e sembra aver portato a questi risultati. Nulla di chiaro, nulla di certo a detta della SABAP che continuerà a lavorare per chiarire molte questioni sospese e per restituire alla città parte della sua storia. Nel frattempo, la cittadinanza segue attentamente ogni movimento degli addetti ai lavori e non perde d’occhio il cantiere della Piazza, aspettando che l’antica Città torni alla luce. 

Redazione Romboweb – Marzia Cotugno

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.